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Non va confuso con il protoslavo, ricostruzione teorica della precedente lingua comune di tutti gli Slavi, non scritta e di conseguenza senza una letteratura.
Va distinto inoltre dalla lingua slava ecclesiastica più recente, versione in parte avvicinata alle lingue slave moderne.
Storia
Cirillo e Metodio usarono la lingua per tradurre la Bibbia e altri testi dalla lingua greca e per i propri scritti. Lo slavo ecclesiastico antico ha giocato un ruolo basilare nella storia delle lingue slave, evolvendosi poi nella più moderna lingua slava ecclesiastica, che viene usata ancora oggi come lingua di liturgia da alcune chiese ortodosse e greche cattoliche nell'Europa orientale.
La lingua venne standardizzata per la missione dei due "apostoli degli slavi", i fratelli Cirillo e Metodio, nella Grande Moravia nell'863 (si veda alfabeto glagolitico per maggiori dettagli). I due fratelli codificarono l'antico slavo ecclesiastico dal dialetto slavo meridionale parlato nelle vicinanze della loro città, Solun (Salonicco), nell'Impero bizantino.[senza fonte]
Come parte della preparazione alla missione, i due crearono l'alfabeto glagolitico nell'862/863, e tradussero le più importanti preghiere e libri liturgici, incluso l'Apraktos Evangeliar (un evangeliario contenente i giorni festivi e letture domenicali), il Salterio, e gli Atti degli Apostoli (i vangeli vennero tradotti in precedenza ma non è chiaro se sia stata opera dei due missionari). La lingua e l'alfabeto vennero insegnati all'Accademia della Grande Moravia (Veľkomoravské učilište) e usati per i documenti governativi e religiosi e per i libri tra l'863 e l'885. I testi scritti durante questa fase contengono caratteristiche dei dialetti slavi moravi.
Studenti dei due apostoli, che vennero espulsi dalla Grande Moravia nell'886, portarono l'alfabeto glagolitico e l'antico slavo ecclesiastico nell'Impero bulgaro. Venne insegnato in due accademie, a Preslav (capitale dall'893 al 972) e ad Ocrida (capitale dal 976 al 1015)nel Impero Bulgaro .L'alfabeto cirillico venne sviluppato poco dopo nell'accademia di Preslav e rimpiazzò quello glagolitico. I testi scritti durante questa fase contengono caratteristiche dei dialetti bulgari. Ci sono inoltre alcune differenze linguistiche tra i testi scritti nelle due accademie.
In seguito l'antico Bulgaro si diffuse negli altri territori slavi, meridionali e orientali, soprattutto in Croazia, Boemia, Polonia orientale e nei principati russi. I testi scritti in ogni paese contengono caratteristiche proprie dei dialetti slavi locali.
Più tardi, redazioni locali dell'antico slavo ecclesiastico vennero create per usi ecclesiastici ed amministrativi, e sono conosciute collettivamente come slavo ecclesiastico in macedone: црковнословенски јазик, crkovnoslovenski jazik; in bulgaro: църковнославянски език, cărkovnoslavjanski ezik; in russo: церковнославя́нский язы́к, cerkovnoslavjánskij jazýk), ma questi termini vengono spesso confusi. Lo slavo ecclesiastico mantenne uno status di prestigio particolarmente in Russia, per molti secoli; tra le popolazioni slave orientali aveva uno status analogo a quello del latino nell'Europa occidentale, ma aveva il vantaggio di essere sostanzialmente poco divergente dalle lingue vernacolari di ogni parrocchia. Alcune chiese ortodosse, come la Chiesa ortodossa russa, la Chiesa ortodossa bulgara e la Chiesa ortodossa serba, così come molte chiese di rito greco cattolico, usano ancora oggi lo slavo ecclesiastico nei loro servizi e canti.
Basi ed influenze locali
Lo slavo ecclesiastico antico è caratterizzato da una quantità di manoscritti relativamente ristretta, scritta per la maggior parte nel tardo X e nel primo XI secolo. La lingua ha una base slava meridionale con un'aggiunta di caratteri slavi occidentali acquisiti durante la missione dei Santi Cirillo e Metodio nella Grande Moravia (863 - 885). I soli manoscritti ben preservati delle recensioni morave, i Fogli di Kiev sono caratterizzati dalla sostituzione di alcune caratteristiche fonetiche e lessicali slave meridionali con altre slave occidentali. I manoscritti del regno bulgaro medievale hanno, d'altra parte minori caratteristiche slave occidentali.
Lo slavo ecclesiastico antico è importante per i linguisti storici perché preserva caratteristiche arcaiche, che si crede fossero una volta comuni a tutte le lingue slave:
suoni nasali delle vocali o ed e
uso delle vocali brevi ь e ъ per le protoindoeuropee i ed u brevi
articolazione aperta della vocale jat (Ѣ)
[ň] e [ľ] per i protoslavi [nj], [nl]
sistema di declinazione protoslavo basato sulle radici delle desinenze (ovvero radice in o, radice in jo, radice in a e radice in ja)
tempi aoristo e imperfetto, paradigmi protoslavi per i participi
La natura slava meridionale della lingua è evidente dalle seguenti variazioni:
fonetiche:
uso di [ra-], [la-] al posto dei proto-slavi [or̃-], [ol̃-]
uso di [s] al posto del proto-slavo [ch] prima del proto-slavo [åi]
uso di [cv-], [dzv-] al posto dei protoslavi [kv'-], [gv'-]
morfosintattiche:
uso del caso dativo possessivo con i pronomi personali e sostantivi: рѫка ти; отъпꙋштенье грѣхомъ; costruzione del tempo futuro descrittivo usando il verbo хотѣти; uso della forma comparativa "мьнии" ("più piccolo") per indicare "più giovane"
uso dei pronomi dimostrativi suffisso (тъ, та, то). In bulgaro e macedone questi si sono sviluppati in articoli definiti suffisso
Alcune caratteristiche fonetiche dello slavo ecclesiastico antico sono tipiche solo del bulgaro:
articolazione molto aperta della vocale jat (Ѣ); originariamente molto ben preservata nei dialetti bulgari dei monti Rodopi;
riflessione protoslava di *tj ([t']) e *dj ([d']):
Protoslavo
Slavo eccl. antico
Bulgaro
Ceco
Macedone
Polacco
Russo
Slovacco
Sloveno
Croato
*dj
жд žd /ʒd/
žd /ʒd/
z /z/
gj /gʲ/
dz /ʣ/
ž /ʒ/
dz /ʣ/
j /j/
đ /dʑ/
*tj
щ št /ʃt/
št /ʃt/
ts /ʦ/
kj /kʲ/
ts /ʦ/
č /ʧ/
ts /ʦ/
č /ʧ/
ć /tɕ/
*gt/kt
щ št /ʃt/
št /ʃt/
ts /ʦ/
kj /kʲ/
ts /ʦ/
č /ʧ/
ts /ʦ/
č /ʧ/
ć /tɕ/
Sistema di scrittura
Lo stesso argomento in dettaglio: Alfabeto glagolitico e Alfabeto cirillico arcaico.
Inizialmente lo slavo ecclesiastico antico veniva scritto con l'alfabeto glagolitico, ma venne più tardi rimpiazzato dall'alfabeto cirillico arcaico, nato come estensione dell'alfabeto greco. Questo è visibile soprattutto dal mantenimento di molti caratteri greci senza equivalente fonema slavo, cioè ф, ѡ, ѯ, ѱ, ѳ, ѵ/ѷ, il numerale ҁ e l'uso di ꙋ, ossia della legatura omicron-ipsilon, per indicare il suono /u/. Va ricordato che, nella scrittura in cirillico, oltre alle varie variazioni, vi sono anche le seguenti regole:
Le lettere ъ, ꙑ non possono esistere foneticamente dopo una post-alveolare (ш, щ, ч, ж, ц, ѕ, жд/ꙉ) e quindi vengono sostituite da ь, и;
Le lettere iotizzate, ꙗ, ѥ, ѩ, ѭ, vanno scritte senza iota dopo una post-alveolare. La lettera ю rimane ammessa, ma è possibile sostituirla con ꙋ comunque;
La ѣ iotizzata viene scritta ꙗ.
Recensioni
Recensioni bulgare
Molti centri letterari operavano nell'Impero bulgaro, concentrati intorno alle due accademie principali a Ohrid e Preslav. Ciò portò all'apparizione di molte recensioni bulgare nel periodo dal IX all'XI secolo. Così:
sia l'alfabeto glagolitico sia il cirillico vennero usati contemporaneamente
in qualche documento le originali vocali corte [ъ] e [ь] si fusero e solo una delle lettere venne usata per rappresentare entrambe
nelle recensioni bulgare occidentali [ъ] venne sostituita qualche volta con [o]
nelle recensioni bulgare orientali le originali (rь, lь) vennero qualche volta scambiate con le discendenti ьr, ьl o veniva usata una combinazione di entrambe
le originali [ы] e [ъі] si fusero nell'unica [ы]
a volte l'uso della lettera 's' (dz) viene unificato con quello della lettera 'з' (z)
le forme verbali naricają, naricaješi vennero sostituite o alternate con naričą, naričeši
uso di parole con origini protobulgare (ovvero dalla famiglia delle lingue altaiche) come кумиръ, капище, чрьтогъ, блъванъ, ecc.
Recensioni morave
Mentre nei Frammenti di Praga la sola influenza morava è la sostituzione di [št] con [c] e di [žd] con [z], la recensione evidenziata dai Fogli di Kiev è caratterizzata dalle seguenti caratteristiche:
la confusione tra le lettere grande jus (Ѫ) e uk (ѹ) accade una volta nei Fogli di Kiev, quando la forma attesa въсѹдъ viene scritta въсѫдъ
uso di [c] per il protoslavo *tj, uso di [dz] per il protoslavo *dj, uso di šč per il protoslavo *skj
uso delle parole mьša, cirky, papežь, prěfacija, klepati, piskati ecc.
si preserva l'uso del gruppo dl (e.g. modlitvami)
uso della desinenza -ъmь invece di -omь al caso strumentale maschile soggetto, uso del pronome čьso
Tarde recensioni (slavo ecclesiastico)
Gli usi tardi della lingua in un buon numero di stati slavi medievali comportò l'aggiustamento dello slavo ecclesiastico antico ai vernacoli locali, nonostante una buona parte delle caratteristiche slave meridionali, morave e bulgare venne conservata. Alcune delle recensioni più tarde della lingua (chiamata slavo ecclesiastico) sono croate, serbe e russe.
Recensioni croate
Le recensioni croate dello slavo ecclesiastico antico sono tra le più recenti conosciute al giorno d'oggi. Veniva usato solo l'alfabeto glagolitico. I suoni nasali [ą] e [ę] erano stati sostituiti con [o] e [u] e i protoslavi *tj e *dj si erano fusi insieme.
Recensioni russe
Le recensioni russe si svilupparono dopo il X secolo sulla base delle prime recensioni bulgare dalle quali differivano leggermente. Le caratteristiche principali sono:
sostituzione del suono nasale [ą] con [u]
fusione delle lettere [ě] e [ja]
Recensioni serbe
Le recensioni serbe vennero scritte con l'alfabeto glagolitico all'inizio, poi passarono all'alfabeto cirillico. Apparvero nel XII secolo sulla base delle recensioni bulgare orientali:
le vocali nasali [ą] e [ę] vennero rimpiazzate da [u] e [e]
uso dei segni diacritici dalle recensioni di
uso delle lettere [i], [y], [ě] per il suono /i/ nelle recensioni bosniache
Grammatica
Declinazione
L'antico slavo ecclesiastico presenta un sistema di declinazioni, che si articola nei seguenti casi:
Nominativo: Equivalente al caso latino, viene utilizzato anche per il predicato nominale positivo, a differenza delle moderne lingue slave.
Genitivo: Equivalente al caso latino, viene anche utilizzato per un predicato nominale negativo e come secondo termine di una comparazione.
Dativo: Equivalente al caso latino, ma anche come adessivo con la preposizione къ (vado da Marco, Идѫ къ Маркꙋ).
Accusativo: Equivalente al caso latino. Nella declinazione della O, per i nomi animati, a volte le forme del genitivo vengono usate per l'accusativo. La formazione accusativo con infinito tipica di latino e greco non è nativa allo slavonico ed esiste soltanto in traduzioni più letterali dal greco.
Vocativo: Equivalente al caso latino. Spesso è preceduto dall'interiezione ѽ, presa direttamente dal greco.
Strumentale: Parzialmente equivalente all'ablativo latino. Nello Slavonico più recente, prende anche la funzione di predicato nominale positivo.
Locativo: Equivalente al caso latino se senza preposizione, parzialmente all'ablativo con certe preposizioni.
Sono poi presenti tre diversi numeri: il singolare, il duale ed il plurale. Una pecularità della declinazione è che le tre consonanti velari, к, г, х sono soggette a palatalizzazione davanti a tutte le vocali frontali (ь, є, ѣ, и, ї, ...) diventando ч, ж, ш. Tuttavia, nella declinazione dei sostantivi, se davanti a ѣ e al nominativo e vocativo plurale della declinazione della O, si palatalizzano invece in ц, ѕ, с. Si ricordi che, per motivi ortografici, le lettere iotizzate vengono scritte senza iota dopo le post-alveolari.
Declinazione della O
Corrispondente alla seconda declinazione latina, i nomi di questa declinazione sono maschili o neutri. Segue una tabella generica che indica prima la forma non-iotizzata e poi la forma iotizzata. Bisogna aggiungere che alcuni nomi presentano il suffisso -анинъ/-ꙗнинъ al singolare e al duale, ma lo perdono al plurale. Tabella maschile:
Singolare
Duale
Plurale
Nominativo
ъ, ь
а, ꙗ
и, и
Genitivo
а, ꙗ
ꙋ, ю
ъ, ь
Dativo
ꙋ, ю
ома, ѥма
омъ, ѥмъ
Accusativo
ъ, ь
а, ꙗ
ꙑ, ѩ
Vocativo
є, ю
а, ꙗ
и, и
Strumentale
омь, ѥмь
ома, ѥма
ꙑ, и
Locativo
ѣ, и
ꙋ, ю
ѣхъ, ихъ
Tabella neutra:
Singolare
Duale
Plurale
Nominativo
о, ѥ
ѣ, и
а, ꙗ
Genitivo
а, ꙗ
ꙋ, ю
ъ, ь
Dativo
ꙋ, ю
ома, ѥма
омъ, ѥмъ
Accusativo
о, ѥ
ѣ, и
а, ꙗ
Vocativo
о, ѥ
ѣ, и
а, ꙗ
Strumentale
омь, ѥмь
ома, ѥма
ꙑ, и
Locativo
ѣ, и
ꙋ, ю
ѣхъ, ихъ
Declinazione della A
Corrisponde alla prima declinazione latina. Segue tabella iotizzata e non-iotizzata. Sono compresi anche alcuni nomi femminili il cui nominativo termina in -ни, ma che per il resto seguono la declinazione iotizzata.
Singolare
Duale
Plurale
Nominativo
а, ꙗ
ѣ, и
ꙑ, ѩ
Genitivo
ꙑ, ѩ
ꙋ, ю
ъ, ь
Dativo
ѣ, и
ама, ꙗма
амъ, ꙗмъ
Accusativo
ѫ, ѭ
ѣ, и
ꙑ, ѩ
Vocativo
о, ѥ
ѣ, и
ꙑ, ѩ
Strumentale
оѭ, ѥѭ
ама, ꙗма
ами, ꙗми
Locativo
ѣ, и
ꙋ, ю
ахъ, ꙗхъ
Declinazione della I
Corrispondente parzialmente alla terza declinazione latina, si declina secondo la tabella seguente. Il tema non è soggetto a palatalizzazione.
Singolare
Duale
Plurale
Nominativo
ь
и
ьѥ
Genitivo
и
ью
ьи
Dativo
и
ьма
ьмъ
Accusativo
ь
и
и
Vocativo
и
и
и
Strumentale
ьмь (maschile) ьѭ (femminile)
ьма
ьми
Locativo
и
ью
ьхъ
Declinazione della U
Corrispondente alla quarta declinazione latina, si divide in breve e lunga. Tabella breve:
Singolare
Duale
Plurale
Nominativo
ъ
ꙋ
овє
Genitivo
ꙋ
овꙋ
овъ
Dativo
ови
ъма
ъмъ
Accusativo
ъ
ꙋ
ꙋ
Vocativo
ꙋ
ꙋ
овє
Strumentale
ъмь
ъма
ъми
Locativo
ꙋ
овꙋ
ъхъ
Tabella lunga:
Singolare
Duale
Plurale
Nominativo
ꙑ
ъви
ъви
Genitivo
ъвє
ъвꙋ
ъвъ
Dativo
ъви
ъвама
ъвамъ
Accusativo
ъвь
ъви
ъви
Vocativo
ꙋ
ъви
ъви
Strumentale
ъвью
ъвама
ъвами
Locativo
ъвє
ъвꙋ
ъвахъ
Declinazione della N
Nella tabella viene prima indicata la desinenza maschile, poi quella neutra se diversa.
Singolare
Duale
Plurale
Nominativo
ꙋ, ѧ
єни, єнѣ/єни
єнє, єна
Genitivo
єнє, єнѣ
єнꙋ
єнъ
Dativo
єни
єньма
єньмъ
Accusativo
єнь, ѧ
єни, єнѣ/єни
єни, єна
Vocativo
ꙋ, ѧ
єни, єнѣ/єни
єни, єна
Strumentale
єньмь
єньма
єньми
Locativo
єнє
єнꙋ, єнѣ, єни
єньхъ
Declinazione della S
Composta interamente da nomi neutri.
Singolare
Duale
Plurale
Nominativo
о
єсѣ
єса
Genitivo
єсє
єсꙋ
єсъ
Dativo
єси
єсьма
єсьмъ
Accusativo
о
єсѣ
єса
Vocativo
о
єсѣ
єса
Strumentale
єсьмь
єсьма
єсꙋ
Locativo
єсє
єсꙋ
єсьхъ
Declinazione della T
Singolare
Duale
Plurale
Nominativo
ѧ
ѧтѣ
ѧта
Genitivo
ѧтє
ѧтꙋ
ѧтъ
Dativo
ѧти
ѧтьма
ѧтьмъ
Accusativo
ѧ
ѧтѣ
ѧта
Vocativo
ѧ
ѧтѣ
ѧта
Strumentale
ѧтьмь
ѧтьма
ѧтꙋ
Locativo
ѧтє
ѧтꙋ
ѧтьхъ
Declinazione della R
Singolare
Duale
Plurale
Nominativo
и
єри
єри
Genitivo
єрє
єрꙋ
єръ
Dativo
єри
єрьма
єрьмъ
Accusativo
єрь
єри
єри
Vocativo
и
єри
єри
Strumentale
єрьѭ
єрьма
єрьми
Locativo
єри
єрꙋ
єрьхъ
Aggettivi
Gli aggettivi hanno due diversi paradigmi. Il primo, detto corto, declina come la declinazione nominale equivalente. Il secondo, detto lungo, aggiunge insieme la declinazione del pronome di terza persona и se termina per vocale o usa il pronome declinato come desinenza se termina in consonante (caso particolare il nominativo singolare maschile che è in -ꙑи). La forma lunga è equivalente ad una forma determinata (добръ мѫжь = un uomo buono, добрꙑи мѫжь = l'uomo buono). Segue la tabella della declinazione lunga di un aggettivo, con l'asterisco indicante palatalizzazione.
Singolare
Duale
Plurale
Maschile
Femminile
Neutro
Maschile
Femminile
Neutro
Maschile
Femminile
Neutro
Nominativo
-ꙑи
-аꙗ
-оѥ
-аꙗ
*-ѣи
*-ѣи
*-ии
-ꙑѩ
-аꙗ
Genitivo
-аѥго
-ъѩ
-аѥго
-ꙋю
-ꙑихъ
Dativo
-ꙋѥмꙋ
*-ѣи
-ꙋѥмꙋ
-ꙑима
-ꙑимъ
Accusativo
-ꙑи
-ѫѭ
-оѥ
-аꙗ
*-ѣи
*-ѣи
-ꙑѩ
-ꙑѩ
-аꙗ
Vocativo
-ꙑи
-оѥ
-аꙗ
-аꙗ
*-ѣи
*-ѣи
*-ии
-ꙑѩ
-аꙗ
Strumentale
-ꙑимь
-ѭ
-ꙑимь
-ꙑима
-ꙑими
Locativo
*-ѣѥмь
*-ѣи
*-ѣѥмь
-ꙋю
-ꙑихъ
Per fare una comparazione, si usa sempre l'aggettivo lungo (e infatti i comparativi sono sempre lunghi), col termine di comparazione da нєжєли (per l'uguaglianza, si usa però такъ ... какъ). Il comparativo dell'aggettivo viene formato con l'aggiunta dei suffissi -їи, -ѣи, preferendo il primo con gli aggettivi con tono discendente sulla sillaba accentata, e il secondo con tono ascendente. Il tono non viene specificato nell'ortografia solita. Segue la tabella di declinazione, definita e indefinita, del primo set del comparativo.
Singolare
Duale
Plurale
Maschile
Femminile
Neutro
Maschile
Femminile
Neutro
Maschile
Femminile
Neutro
Nominativo
-їи
-ьши
-ѥ
-ьша
-ьши
-ьши
-ьшє
-ьшѧ
-ьша
Genitivo
-ьша
-ьшѧ
-ьша
-ьшꙋ
-ьшь
Dativo
-ьшꙋ
-ьши
-ьшꙋ
-ьшєма
-ьшама
-ьшєма
-ьшємъ
-ьшамъ
-ьшємъ
Accusativo
-ьшь
-ьшѫ
-є
-ьша
-ьши
-ьши
-ьшѧ
-ьшѧ
-ьша
Vocativo
-ьшꙋ
-ьшє
-ьшє
-ьша
-ьши
-ьши
-ьши
-ьшѧ
-ьша
Strumentale
-ьшємь
-ьшєѭ
-ьшємь
-ьшєма
-ьшама
-ьшєма
-ьшємъ
-ьшамъ
-ьшємъ
Locativo
-ьши
-ьшꙋ
-ьшихъ
-ьшахъ
-ьшихъ
Il superlativo dell'aggettivo viene formato anteponendo al comparativo i prefissi наи-, прѣ- o l'avverbio ѕѣло. Per creare degli avverbi dagli aggettivi, basta utilizzare il neutro nominativo o locativo singolare in forma corta; fanno eccezione gli aggettivi col suffisso -ьскъ, che hanno avverbi in -ьскꙑ. Gli aggettivi possessivi sono мои, твои per il singolare, нашь, вашь per duale e plurale. L'aggettivo possessivo riflessivo è свои, mentre per la terza persona viene usato il semplice genitivo, come in latino.
Pronomi
I pronomi personali declinano secondo la seguente tabella. Come nelle altre lingue slave, il pronome riflessivo non viene usato soltanto per la III persona.
Singolare
I persona
II persona
Riflessivo
Nominativo
азъ
тꙑ
—
Genitivo
мене
тебе
себе
Dativo
мьнѣ, ми
тебѣ, ти
себѣ, си
Accusativo
мѧ
тѧ
сѧ
Strumentale
мъноѭ
тобоѭ
собоѭ
Locativo
мьнѣ
тебѣ
себѣ
Duale
I persona
II persona
Riflessivo
Nominativo
вѣ
ва
—
Genitivo
наю
ваю
себе
Dativo
нама, на
вама, ва
себѣ, си
Accusativo
на
ва
сѧ
Strumentale
нама
вама
собоѭ
Locativo
наю
ваю
себѣ
Plurale
I persona
II persona
Riflessivo
Nominativo
мꙑ
вꙑ
—
Genitivo
насъ
васъ
себе
Dativo
намъ, нꙑ
вамъ, вꙑ
себѣ, си
Accusativo
нꙑ
вꙑ
сѧ
Strumentale
нами
вами
собоѭ
Locativo
насъ
васъ
себѣ
Il pronome di terza persona, invece, declina come segue. Da notare che il nominativo non viene mai utilizzato da solo, ma è presente nella declinazione lunga degli aggettivi. Il pronome relativo si ottiene aggiungendo -жє al pronome di terza persona. Altro particolare è che, se preceduto da preposizioni, al pronome viene anteposta una н.
Singolare
Maschile
Femminile
Neutro
Nominativo
(и)
(ꙗ)
(ѥ)
Genitivo
ѥго
ѥѩ
ѥго
Dativo
ѥмꙋ
ѥи
ѥмꙋ
Accusativo
и
ѭ
ѥ
Strumentale
имь
ѥѭ
имь
Locativo
ѥмь
ѥи
ѥмь
Duale
Maschile
Femminile
Neutro
Nominativo
(ꙗ)
(и)
(и)
Genitivo
ѥю
ѥю
ѥю
Dativo
има
има
има
Accusativo
ꙗ
и
и
Strumentale
има
има
има
Locativo
ѥю
ѥю
ѥю
Plurale
Maschile
Femminile
Neutro
Nominativo
(и)
(ѩ)
(ꙗ)
Genitivo
ихъ
ихъ
ихъ
Dativo
имъ
имъ
имъ
Accusativo
ѩ
ѩ
ꙗ
Strumentale
ими
ими
ими
Locativo
ихъ
ихъ
ихъ
Il pronome interrogativo declina come segue:
Maschile o femminile
Neutro
Nominativo
къто
чьто
Genitivo
кого
чєсо
Dativo
комꙋ
чєсмꙋ
Accusativo
кого
чьто
Strumentale
цѣмь
чимь
Locativo
комь
чємь
A questi vanno aggiunti l'aggettivo interrogativo кꙑи (quale; declina come un aggettivo lungo da *къ, ка, ко) e l'aggettivo possessivo interrogativo чии (declina come un aggettivo lungo da *чь, ча, чє). L'aggiunta dei prefissi ни-, нѣ- conferisce all'aggettivo un valore negativo (non chi = nessuno) od indefinito (dei chi = qualcuno). Altri pronomi importanti da ricordare sono:
сь (questo)
тъ (codesto)
онъ/овъ (quello)
оба (entrambi)
Correlativi
Una classe peculiare di avverbi sono i correlativi, sintetizzati nella seguente tabella:
Parola base
къто (Interrogativo)
и (Anaforico e relativo)
инъ (Alloforico)
онъ (Distale)
овъ (Distale)
сь (Prossimale)
тъ (Mediale)
вьсь (Totale)
Tempo
къгда
ѥгда
иногда
оногда
овогда
сьгда
тъгда
вьсєгда
Destinazione
кѫдѣ
ѭдꙋ
инѫдꙋ
онѫдꙋ
овѫдꙋ
сѫдꙋ
тѫдꙋ
вьсѫдꙋ
Stato in luogo
камо
ꙗмо
инамо
онамо
овамо
сѣмо
тамо
вьсѣмо
Stato in luogo
къдє
идє
инъдє
онъдє
овъдє
сьдє
тꙋ
вьсьдє
Maniera
како
ꙗко
инако
онако
овако
сицє
тако
вьсѣкъ
Quantità
колико
ѥлико
инолико
онолико
оволико
сєлико
толико
—
Numeri
Nell'antico slavo ecclesiastico, le cifre dall'uno al quattro sono aggettivi, mentre dal cinque in poi sono sostantivi. Il che significa che, mentre tutti i numeri che terminano dall'uno al quattro saranno declinati in genere, numero e caso assieme al numerale, dal cinque in poi solo il numerale viene declinato, mentre il conteggiato rimane al genitivo plurale. I numeri sono:
єдинъ, єдина, єдино
дъва, дъвѣ, дъва
трьѥ, три, три
чєтꙑрє, чєтꙑри, чєтꙑри
пѧть
шєсть
сєдмь
осмь
дєвѧть
дєсѧть
Dopodiché, viene aggiunta la costruzione indeclinabile на дєсѧтє ("-dici") fino al 19. Per le decine, invece, si declina il sostantivo дєсѧть. Ad esempio, 20 diventa дъва десѧти. Allo stesso modo ci si comporta per centinaia e migliaia, dove le parole basi sono съто per cento e тꙑсѫщи per mille. Altri numeri superiori esistono, come тьма per diecimila, лег҄еонъ per centomila, лєѡдръ per il milione, вранъ per dieci milioni, глада per cento milioni e тьма тьмъ per il miliardo; ma tutti questi numeri sono stati introdotti in seguito e nascono in maniera figurativa.
I numeri ordinali, invece, sono semplici aggettivi sempre di forma lunga:
прьвꙑи
вьторꙑи
трєтїи
чєтврьтꙑи
пѧтꙑи
E così via, aggiungendo semplicemente l'ꙑи al tema senza desinenze della parte declinabile del numerale.
Nell'esprimere le date, il giorno è considerato come un ordinale e il mese è al genitivo (ad esempio сєдьмꙑи Дєкѧбрїꙗ, 7 dicembre ma letteralmente "il settimo (giorno) di Dicembre"). Ci sono due set di nomi diversi, uno tratto dal nome latino, l'altro col nome slavo nativo:
Їанꙋарїи oppure Просиньць
Фєврꙋарїи oppure Сѣчьнъ ("del taglio")
Мартїи oppure Сꙋхъ ("secco")
Апрїлїи oppure Брѣзьнъ ("delle betulle")
Маїи oppure Трѣвьнъ ("dell'erba")
Їꙋнїи oppure Изокъ
Їꙋлїи oppure Чръвлѥнꙑи ("cremisi")
Аѵгꙋстъ oppure Зарєвъ ("brillante")
Сєптѧбрїи oppure Рꙋинъ ("rosso")
Октѡбрїи oppure Листопадъ ("caduta delle foglie")
Ноѩбрїи oppure Грꙋдьнъ ("delle cataste")
Дєкѧбрїи oppure Стꙋдєнъ ("freddo")
Coniugazione
Il verbo è indicato sui dizionari con l'infinito e la prima e seconda persona del presente (ad esempio, дѣꙗти, дѣѭ, дѣѥши). L'infinito del verbo, che esiste solo come presente attivo (fare), si ottiene aggiungendo il suffisso -ти al tema del presente, con pochi cambiamenti da notare scritti di seguito. Il supino del verbo sostituisce la и finale dell'infinito con una ъ.
Per i verbi con tema in -ꙋ, l'infinito finisce in -овати;
Per i verbi in velare, questa cade e l'infinito viene fatto con -щи;
Per i verbi in dentale, la dentale si assimila in -с, e l'infinito sarà quindi in -сти;
Per tutti gli altri verbi in consonante, la consonante finale si desonorizza a contatto col suffisso.
Come in tutte le lingue slave, i verbi possono avere un aspetto perfettivo od imperfettivo. La differenza, approssimata in italiano, sarebbe grossomodo equivalente alla distinzione fra starsi sedendo (perfettivo) e star seduti (imperfettivo). Non è solitamente possibile prevedere dalla forma del verbo quale sia la natura aspettuale di esso. Non tutti i verbi, inoltre, posseggono equivalenti dell'altro aspetto. Alcuni, pochi, verbi hanno natura ambi-aspettuale (come видѣти, vedere). A differenza di molte lingue slave, il presente di un verbo perfettivo non ha valore futuro. Così come in altre lingue slave, in slavo ecclesiastico i verbi hanno solo diatesi attiva. La forma riflessiva si ottiene aggiungendo la parola сѧ dopo il verbo.
Presente
Le desinenze personali sono: -ѫ, -ши, -тъ al singolare, -вѣ, -та, -тє al duale, -мъ, -тє, -Vтъ al plurale. La prima persona singolare è in -ѫ davanti a consonanti, in -ѭ davanti a vocali. Nei verbi il cui tema termina in -и, -ѣ, -ша, la terza persona plurale userà la vocale ѧ; tutti gli altri verbi usano la vocale ѫ. Fra le desinenze non-vocaliche (cioè, a parte la prima singolare e la terza plurale) ed il tema, se questo termina in vocale (tranne i verbi col tema in -ша-, che usano interfisso ѥ; col tema in -а, -ꙗ, -ѣ che perdono questa vocale e usano l'interfisso ѥ), verrà utilizzato l'interfisso и e sono palatalizzate anche alla prima persona singolare (ricordare che д, т palatalizzano però in жд, щ); altrimenti si userà є (con palatalizzazione). Verbi irregolari al presente sono i seguenti:
Aoristo
L'aoristo indica un'azione del passato, avvenuta una sola volta o comunque la cui durata non è influente per la frase. Con i verbi imperfettivi, dunque, l'aoristo funziona come un passato remoto italiano, mentre con i verbi perfettivi è un passato prossimo. Ci sono tre modi di formare l'aoristo: sigmatico, asigmatico, moderno. Le desinenze dell'aoristo sono -ъ, -ѥ, -ѥ; -омъ, -ѥтє, -ѫ; -овѣ, -ѥта, -ѥтє nella forma asigmatica, -ъ, *-є, *-є; -омъ, -тє, -ѩ; -овѣ, -та, -тє nelle altre due formazioni. La formazione dell'aoristo sigmatico è ...
Imperfetto
L'imperfetto indica un azione in corso di svolgimento nel passato. Per questa ragione, solitamente i verbi perfettivi non hanno una forma dell'imperfetto di uso comune. L'imperfetto viene realizzato con un interfisso ѣах- (palatalizzato in ѣаш-) e le desinenze dell'aoristo asigmatico. Se il tema del verbo è già in а, ꙗ, ѣ, la yat dell'interfisso si perde.
Imperativo
L'imperativo si forma dallo stesso tema del presente, senza interfisso, ma con le desinenze —, -и, -и per il singolare, -ивѣ, -ита, — per il duale e -имъ, -итє, — per il plurale.
Altri tempi
Solo il verbo essere possiede il futuro e il condizionale. Sono possibili anche dei tempi composti secondo il seguente schema:
Perfetto: Participio in L con il verbo essere al presente
Piuccheperfetto: Participio in L con il verbo essere al perfetto, imperfetto o aoristo
Futuro perfetto: Participio in L con il verbo essere al futuro
Condizionale perifrastico: Participio in L con il verbo essere al condizionale
L'avverbio да può essere anteposto al verbo per dare una sfumatura ottativa (simile al congiuntivo italiano nelle proposizioni principali).
Participi
Nell'antico slavo ecclesiastico esistono cinque diversi participi:
Participio presente attivo: di significato simile all'italiano facente, la sua formazione parte dalla terza persona plurale dell'indicativo, cui va tolto -тъ e si aggiunge -щ al tema e si declina come aggettivo sempre corto. Il nominativo maschile singolare (e il plurale, che si forma aggiungendo una semplice и al singolare) e i casi retti del neutro singolare invece, anziché aggiungere -щ:
Non aggiungono nulla nei verbi che fanno uso di ѧ/ѩ alla terza persona plurale. Ad esempio, любѩтъ → любѩ;
Se iotizzata, sostituiscono la vocale -ѭ con -ѩ;
Sostituiscono la vocale con -ꙑ gli altri verbi. Ad esempio, грєбѫтъ → грєбꙑ.
Participio presente passivo (o participio in M): si forma dal tema del presente, con interfisso, cui aggiungere -мъ e viene poi declinato come aggettivo. Può essere utilizzato per creare dei tempi passivi perifrastici con l'ausilio del verbo essere.
Participio passato attivo: Il significato è simile al participio presente composto italiano (avente fatto). La formazione è semplice: preso il tema del presente, si aggiunge -ъ (e poi declina come il participio presente attivo con -ъш-). Tuttavia, per i verbi con tema in vocale, si aggiunge l'interfisso -в- (ovvero, il participio è in -въ). Eccezione è il verbo ити (andare) con participio шьдъ.
Participio passato passivo: Il significato è praticamente sovrapponibile al participio passato italiano e la formazione è di tre tipi diversi:
Se il tema verbale è in consonante oppure in -и, -ꙑ si usa l'interfisso -єн- (che si mischia dunque a questa vocale finale formando -*ѥн-, -ъвєн-) oppure si usa semplicemente -т- come interfisso;
Se il tema verbale è in -ѣ, -ꙗ, si usa l'interfisso -н-;
Altrimenti, terminando il tema in qualunque altra vocale, si usa l'interfisso -т-.
Il risultato così ottenuto è poi declinato come un aggettivo corto.
Participio in L: occorre semplicemente cambiare il -ти del presente con -лъ (ricordandosi, però, che l'infinito presenta assimilazioni consonantiche non presenti nel participio: *могти → мощи con participio моглъ) e poi declinare come aggettivo. Questo participio, ereditato dal protoslavo, è un participio resultativo. Bisogna considerarlo vagamente come un participio passato italiano, ma di valore attivo.
Verbi irregolari
Alcuni verbi sono irregolari al presente.
дати (dare), che fa дамь, даси, дастъ - давѣ, даста, дастє - дамъ, дастє, дадѧтъ e ha l'imperativo singolare даждь (possiamo pensare ad un tema дад-);
ѣсти/ꙗсти (mangiare), che coniuga similmente al verbo di sopra usando ѣд-/ѥс- come tema.
вѣдѣти (sapere), che coniuga similmente al verbo di sopra usando вѣд- come tema.
имѣти (avere), che usa il tema има-, ma coniuga regolarmente.
имати (acquisire), che usa invece il tema ѥмл҄-.
ѩти (prendere), che usa il tema им-.
Il verbo essere, бꙑти, è molto irregolare e viene coniugato come segue:
Presente
Imperfetto
Aoristo
Futuro
Imperativo
Aoristo perfetto
Prima persona singolare
есмь
бѣахъ
бѣхъ
бѫдѫ
бѫдѣмь
бꙑхъ
Seconda persona singolare
єси
бѣашє
бѣ
бѫдєши
бѫди
бꙑ(стъ)
Terza persona singolare
єстъ
бѣашє
бѣ
бѫдєтъ
бѫди
бꙑ(стъ)
Prima persona duale
єсвѣ
бѣаховѣ
бѣховѣ
бѫдєвѣ
бѫдѣвѣ
бꙑховѣ
Seconda persona duale
єста
бѣашєта
бѣста
бѫдєтє
бѫдѣта
бꙑста
Terza persona duale
єстє
бѣашєтє
бѣстє
бѫдємъ
бѫдѣтє
бꙑстє
Prima persona plurale
єсмъ
бѣахомъ
бѣхомъ
бѫдєтє
бѫдѣмъ
бꙑхомъ
Seconda persona plurale
єстє
бѣашєтє
бѣстє
бѫдѫтъ
бѫдѣтє
бꙑстє
Terza persona plurale
сѫтъ
бѣахѫ
бѣшѧ
бѫдѫ
бѫдѫ
бꙑшѧ
Particolarità del verbo essere è che al presente, le forme che iniziano per vocale si possono fondere con la particella negativa, ad esempio нє єсмь → нѣсмь. I suoi participi, invece, sono regolarmente derivati: сꙑ (presente attivo), бꙑвъ (passato attivo), бꙑлъ (participio in L) e anche бѫдꙑ (futuro). Una forma non-grammaticale del verbo è ѥша (così sia).
Autori
Lo stesso argomento in dettaglio: Letteratura paleoslava e Letteratura bulgara.
La storia dello slavo ecclesiastico antico scritto include una tradizione settentrionale iniziata dalla missione nella Grande Moravia, inclusa una breve missione nel , e una tradizione bulgara, iniziata da alcuni missionari che si stanziarono in Bulgaria dopo l'espulsione dalla Grande Moravia.
I primi scritti dello slavo ecclesiastico antico, traduzioni di testi biblici, vennero prodotti dai missionari bizantini San Cirillo e San Metodio, soprattutto durante la missione nella Grande Moravia.
I più importanti autori della lingua dopo la morte dei due creatori e la dissoluzione dell'Accademia della Grande Moravia erano Clemente di Ocrida, Costantino di Preslav e Černorizec Hrabăr, i quali lavorarono tutti nella Bulgaria medievale alla fine del IX secolo e all'inizio del X secolo.
Nomenclatura
Il nome originale della lingua in slavo ecclesiastico antico era semplicemente "slavo" (словѣньскъ), così come i nomi slavi moderni della lingua sono derivati dalle parole vecchie e nuove per "slavi". La pronuncia della vecchia parola per "slavi" doveva essere approssimativamente slovéne al tempo.
La lingua viene chiamata a volte "slavo antico" ma è un termine da evitare perché può essere confuso con la lingua protoslava alla base di tutte le lingue slave.
Il nominativo (in tedesco Altbulgarisch) venne introdotto nel XIX secolo da linguisti autorevoli come August Schleicher, Martin Hattala e che fecero notare che le caratteristiche linguistiche delle prime opere letterarie balcaniche erano le stesse del bulgaro. Per ragioni simile il linguista russo usò il termine slavobulgaro. Questa denominazione è considerata oggi scorretta, perché implicherebbe che lo slavo ecclesiastico antico sia stato l'avo della sola lingua bulgara, e che tutti i manoscritti avrebbero una connessione col bulgaro.
Il termine oggi accettato è slavo ecclesiastico antico, anche se bulgaro antico può essere trovato in varie fonti ed è l'unico nominativo usato dai linguisti bulgari.
Nomenclatura moderna
Qui ci sono alcuni nomi con cui viene indicato lo slavo ecclesiastico antico nelle lingue slave:
Ucraino: старословянська мова (staroslovjans′ka mova)
Esempi
Padre nostro
In Cirillico
Trascrizione latina
Отьчє нашь· ижє ѥси на нєбєсѣхъ: да свѧтитъ сѧ имѧ Твоѥ· да придєтъ цѣсар҄ьствиѥ Твоѥ· да бѫдєтъ волꙗ Твоꙗ ꙗко на нєбєси и на ꙁємл҄и: хлѣбъ нашь насѫщьнꙑи даждь намъ дьньсь· и отъпоусти намъ длъгꙑ нашѧ ꙗко и мꙑ отъпоущаѥмъ длъжьникомъ нашимъ· и нє въвєди насъ въ искоушєниѥ· нъ иꙁбави нꙑ отъ нєприꙗꙁни: ꙗко твоѥ ѥстъ цѣсар҄ьствиѥ и сила и слава въ вѣкꙑ вѣкомъ Аминь჻
Otĭče našĭ iže jesi na nebesĭchŭ Da svętitŭ sę imę tvoje Da priidetŭ cĕsarĭstvije tvoje Da bǫdetŭ volja tvoja jako na nebesi i na zemli Chlĕbŭ našĭ nasjǫš'nyj daždĭ namŭ dĭnĭsĭ I ostavi namŭ dlĭgy našę Jako i my ostavljajemŭ dlĭžĭnikomŭ našimŭ I ne vŭvedi nasŭ vŭ napastĭ No izbavi ny otŭ neprijazni Jako tvoje jestŭ cěsaŕĭstvije i sila i slava vŭ věky věkomŭ. Aminŭ.
Note
^paleoslavo - Treccani, su Treccani. URL consultato il 25 febbraio 2024.
Bibliografia
Grammatiche
In italiano
Nicoletta Marcialis, Introduzione alla lingua paleoslava, Firenze, Firenze University Press, 2005, ISBN 0-415-28078-8
Lilia Skomorochova Venturini, Corso di lingua paleoslava. Grammatica, Pisa, Edizioni ETS, 2000, ISBN 88-467-0332-4
Carlo Verdiani, Manuale di slavo antico, Firenze, Sansoni, 1956
In altre lingue
(EN) Anna Polivanova, Old Church Slavic. Grammar and Dictionaries, a cura di Artemij Keidan, trad. in inglese di Lev Blumenfeld, Firenze, Firenze University Press, 2023, ISBN 979-12-215-0104-9
(DE) Nicolina Trunte, Kirchenslawisch in 14 Lektionen, Wiesbaden, Harrassowitz Verlag, 2022 [2017], ISBN 978-3-447-11944-3
(EN) Boris Gasparov, Old Church Slavic, München, Lincom, 2001, ISBN 978-3895868894
(EN) Alypy Gamanovich, John Shaw, Grammar of the Church Slavic Language, Jordanville (NY) USA, Holy Trinity Monastery, 2001, ISBN 978-0884650645
(EN) William R. Schmalstieg, An Introduction to Old Church Slavic, Columbus (OH) USA, Slavica, 1983 [1976], ISBN 0-89357-107-5
(LA) Josef Dobrovský, Institutiones linguae Slavicae dialecti veteris (Regole del dialetto antico della lingua slava), 1822
Studi linguistici e letterari
(IT) Univ. di Trieste/Univ. di Udine, Slavo ecclesiastico antico: problemi e prospettive, in: "Incontri linguistici" no. 28, Pisa-Roma, Istituti editoriali e poligrafici internazionali, 2005, pp. 9-126
(EN) Henry R. Cooper, Slavic Scriptures: The Formation of the Church Slavonic Version of the Holy Bible, Londra, Associated University Presses, 2003, ISBN 0-8386-3972-0
(IT) Lavinia Borriero Picchio, Storia della letteratura bulgara. Con un profilo della letteratura paleoslava, Collana Le letterature del mondo, Firenze, Sansoni, 1969 [1957]
Voci correlate
Josef Dobrovský
August Leskien
István Perczel
Miloš Weingart
Lingua sacra
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Collegamenti esterni
(EN) Old Church Slavonic language, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.