La Coppa del Mondo di rugby femminile (in inglese Rugby World Cup) è la massima competizione per squadre nazionali di rugby a 15 femminile. Istituita nel 1991 e organizzata dal 1998 da World Rugby, assegna a cadenza quadriennale il titolo di campione del mondo ed è giunta nel 2022 alla sua nona edizione.
Rugby World Cup | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Altri nomi | Women’s Rugby World Cup Rugby World Cup for Women | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Sport |
Precedenti formatiIl formato di competizione adottato tra il 2006 e il 2017 prevedeva la ripartizione delle 12 squadre in gironi all’italiana; al termine della fase a gironi ognuna di tali squadre otteneva un seeding determinato dalla posizione in classifica nel proprio girone (le tre prime classificate e la migliore delle seconde nel seeding 1-4, le ultime tre e la peggior penultima nel seeding 9-12 e le altre nel seeding 5-8) e a seconda di tale posizione accedeva ai relativi play-off; a competere per il titolo mondiale erano le squadre classificate nei primi quattro posti del seeding. Più in particolare, le edizioni 2006 e 2010 consistettero di 4 gironi di 3 squadre ciascuna e fu stabilito che, a gruppi di due gironi, le squadre di uno di essi giocasse contro tutti quelli dell’altro; quelle 2014 e 2017 invece consistettero di 3 gironi di 4 squadre. In entrambe le configurazioni, ciascuna squadra disputava 3 incontri nella fase a gironi. Per quanto riguarda altresì le prime edizioni ufficialmente organizzate dall’International Rugby Board del 1998 e 2002, le squadre partecipanti furono 16 ripartite in quattro gironi, e ogni squadra disputò due partite nel girone: la prima per sorteggio, la seconda in base ai risultati della prima partita (le squadre vincitrici si incontrarono nel turno successivo, così quelle sconfitte). Il seeding per i play-off fu determinato secondo l’ordine d’arrivo nel girone: i primi quattro posti furono contesi da tutte le vincitrici di girone, i posti dal quinto all’ottavo dalle seconde arrivate, e così via fino agli ultimi quattro posti. Fatta salva per la prima del 1991, in cui non furono disputate né la finale per il terzo posto né quelle per tutti i posti dopo il quinto, tutte le edizioni fino al 2017 ebbero in programma le finali per l’assegnazione dei posti di ordine dispari dal primo all’undicesimo (per le edizioni a 12 squadre) o al quindicesimo (per quelle a 16 squadre). Il trofeoIl trofeo è una coppa di color argento che fu messo in palio per la prima volta nell’edizione 1998, quando l’International Rugby Board assunse la gestione diretta della manifestazione. La versione attuale della coppa reca serigrafato in maiuscolo RUGBY WORLD CUP WOMEN’S sotto il pittogramma di World Rugby. La coppa è fissata a un piedistallo cilindrico nero sulla cui circonferenza è applicata una targa metallica che riporta incisi i nomi della nazionale vincitrice di ogni edizione. La manutenzione della coppa è affidata alla casa di artigiani londinesi Thomas Lyte, specializzata in produzione di trofei, tra i quali per esempio quello del Sei Nazioni femminile o, nel calcio, la Coppa d’Inghilterra femminile. StatisticheLa nazionale che vanta il maggior numero di vittorie è la Nuova Zelanda, vincitrice al 2017 di cinque edizioni di torneo su sette cui prese parte, e su otto totali tenutesi; tra il 1998 e il 2010, ovvero le prime quattro edizioni direttamente organizzate dall’International Rugby Board, le Black Ferns furono le uniche a fregiarsi del titolo di campionesse. L’Inghilterra vanta invece due edizioni vinte, nel 1994 e nel 2014, quando interruppe l’egemonia della Nuova Zelanda, tornata altresì al successo nel 2017. Gli Stati Uniti vinsero la competizione d’esordio e, dopo le due finali nelle edizioni 1994 e 1998, non si affacciarono più tra le prime quattro fino al 2017. Per quanto riguarda invece i piazzamenti, l’Inghilterra è l'unica squadra, tra quelle che hanno preso parte a tutte le otto edizioni disputate, ad avere sempre raggiunto almeno la semifinale: il peggior piazzamento delle inglesi è infatti il terzo posto del 1998 laddove le altre sette edizioni si sono risolte in altrettante finali con due vittorie e cinque secondi posti. La Francia, invece, vanta il maggior numero di terzi posti, 6, essendo giunta sette volte su otto partecipazioni alla semifinale, ma perdendola sempre e in un’occasione perdendo anche la finale per il terzo posto. Oltre alle citate Inghilterra, Francia e Stati Uniti, l’unica altra squadra a essere sempre presente alla competizione è il Canada, con una finale e altre tre semifinali. Riassumendo, solo quattro squadre hanno raggiunto la finale, Inghilterra, Nuova Zelanda, Stati Uniti e Canada, e solo otto (le quattro citate più Australia, Francia, Galles e Irlanda) la semifinale. Per effetto delle vittorie ravvicinate della Nuova Zelanda (quattro consecutive in 12 anni), la competizione vanta numerose plurivincitrici, tutte appartenenti alle Black Ferns. 33 sono, infatti, le rugbiste neozelandesi ad avere vinto più di un’edizione del torneo, 22 delle quali ne hanno vinte due, 8 ne hanno vinte tre e 3 ne hanno vinte addirittura quattro: si tratta di Monalisa Codling e Anna Richards, campionesse consecutivamente dal 1998 al 2010, e di Fiao’o Fa’amausili, che con le citate compagne vanta in comune le tre vittorie dal 2002 al 2010 e successivamente una quarta nel 2017, a 15 anni di distanza dalla prima. Copertura televisivaLa prima copertura mediatica, sia pur parziale, si ebbe nel corso dell’edizione 2006 a Edmonton, quando alcune partite della competizione furono trasmesse da 10 emittenti in 75 territori; la scarsa presenza in televisione era vista come un fattore limitante della diffusione della disciplina e nel 2010, per coprire l’evento che si svolgeva in Inghilterra, la britannica Sky trasmise 13 incontri, tra cui tutti quelli della squadra di casa nella fase ai gironi e le due semifinali, la finale per il terzo posto e quella per il titolo; più in generale l'audience dell’evento fu allargata a 127 territori e l’International Rugby Board produsse in proprio e trasmise via streaming web 13 incontri. L’edizione 2014 vide un aumento della copertura e, in certi casi, anche degli indici d’ascolto, talora insperati persino dagli stessi programmisti: su France 4, canale di France Télévisions che aveva l’esclusiva nel Paese per il torneo, gli incontri della Francia nella fase a gironi videro un crescendo da 1 031 000 spettatori contro il Galles a 1 473 000 contro il Sudafrica e infine 1 827 000 contro l’Australia; anche l’Irlanda coprì l’evento con TG4 anche se solo per 7 incontri (le tre partite della propria nazionale più la final four). Per la Coppa del 2017 in Irlanda si mosse, a livello interno, l’emittente di Stato RTÉ con copertura completa di tutti gli incontri. Nel resto del Regno Unito gli incontri furono trasmessi da ITV e in Francia ancora da France Télévisions: 3 200 000 spettatori assistettero su France 2 alla semifinale tra Francia e Inghilterra e altri 2 650 000 (circa la metà di quelli che videro due anni prima la finale maschile del 2015 tra Nuova Zelanda e Australia) seguirono su ITV la finale tra Inghilterra e Nuova Zelanda. Albo d’oro
Medagliere
Note
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