Cephalozia badia (Gottsche) Steph., 1908 è un'epatica fogliosa della famiglia , descritta originariamente con il basionimo Jungermannia badia Gottsche, 1890. Specie circumsub-antartica, è presente anche nella regione biogeografica antartica marittima.
Cephalozia badia | |
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Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | |
Divisione | Marchantiophyta |
Classe | |
Sottoclasse | |
Ordine | |
Sottordine | |
Famiglia | |
Genere | |
Sottogenere | |
Specie | Cephalozia badia |
Nomenclatura binomiale | |
Cephalozia badia (Gottsche) Steph., 1908 | |
Sinonimi | |
Cephalozia badia fo. minor Grolle, 1972 |

I primi esemplari furono raccolti il 10 febbraio 1883 dal botanico bavarese Hermann Will, componente della spedizione tedesca in Antartide, durante il primo Anno polare internazionale.
Furono rinvenuti sul Köppenberg, una piccola altura sul fianco nord est della Royal Bay, nella Georgia del Sud.
I campioni raccolti furono affidati per la determinazione al briologo tedesco Carl Moritz Gottsche, che li descrisse e li figurò come appartenenti a una specie nuova e li assegnò alla famiglia Jungermanniaceae, con il nome di Jungermannia badia.
Descrizione
La caratterizzazione della nuova specie fu redatta in latino da Gottsche e inserita in una monografia sulle epatiche della Georgia del Sud pubblicata, nel 1890, nel secondo volume dei resoconti scientifici della spedizione tedesca in Antartide del 1882-83.
Delle descrizioni successive, sono da segnalare quella del 1908 del briologo tedesco Franz Stephani, di pochi anni posteriore a quella di Gottsche, e alcune più recenti, decisamente più dettagliate e complete, specie per l'aggiunta della descrizione del sistema sessuale. Tra queste ultime in particolare, quella pubblicata nel 2000 dai briologi Halina Bednarek-Ochyra, Jiří Váňa, Ryszard Ochyra e Ronald I. Lewis Smith in un volume sulle epatiche antartiche, e quella dei botanici John J. Engel e David Glenny, autori di una lunga monografia sulle epatiche e sulle antocerote della Nuova Zelanda, edito nel 2008.
Nella descrizione di Gottsche, e in quelle più recente di Bednarek-Ochyra et al. (2000) e di Engel e Glenny (2008), le piantine di C. badia, di medie dimensioni e di colore verde-biancastro tendente al verde-brunastro e al marrone violaceo nelle parti distali delle foglioline, nelle brattee e all'apice del perianzio, formano esili tappeti erbosi monospecifici, più o meno radi, o crescono frammiste in comunità, dominate dalla presenza, in Antartide, di muschi quali Pohlia nutans (Hedw.) Lindb., 1879, Polytrichastrum alpinum (Hedw.) G.L. Sm., 1971 e Polytrichum piliferum Hedw. 1801 o, in Nuova Zelanda, di epatiche quali Lophozia autoica R.M.Schust. 1968, L. excisa (Dicks.) Konstant. & Vilnet, 2010 e Pachyschistochila colensoana (Steph.) R.M.Schust. & J.J.Engel, 1982 (= Schistochila colensoana Steph. 1909.
Il fusticino principale (caulidio) è filiforme, lungo 10-15 mm, strisciante (prostrato) o discosto dal substrato, ossia piegato verso il suolo (procombente), sia obliquamente verso l'alto (ascendente), sia anche sub-eretto. È per lo più ramificato con rami ventrali intercalari o terminali, scarsamente e ventralmente radicoloso con rari rizoidi ialini o brunastri e mostra, in sezione trasversale, piccole cellule medullari circondate da 13-15 bande di più grandi cellule corticali a parete sottile.
Le foglioline (fillidi), rivestite di una cuticola leggermente verruculosa, sono orientate verticalmente e disposte da distanti a contigue, irregolarmente divaricate, con inserzione fogliare sub-trasversale e margini anteriori (distali) orientati verso la superficie ventrale del fusticino (attaccatura fogliare succube). Larghe alla base solo da 6-8 (10) a 11-14 cellule, si espandono distalmente per poi restringersi e suddividersi (fino a 0,3-0,4 della lunghezza) in 2 (lobi) generalmente ineguali, a margine fogliare intero. I lobi sono solitamente incurvati, non conniventi, da moderatamente concavi a cucullati o a cupuliformi e ampiamente ovato-triangolari con apici acuti o sub-acuti, terminanti in una coppia o in una singola cellula o, raramente, in una fila uniseriata di 2(3) cellule. Le cellule della lamina fogliare, da quadrate a sub-quadrate a rettangolari, hanno pareti cellulari brunastre leggermente e uniformemente ispessite e dimensioni di 20–30 x 24-38 μm. Solo eccezionalmente presenti le foglioline dell'anfigastrio (amphigastrium), piuttosto grandi, lamellate e, sporadicamente, bifide.
Il sistema sessuale è dioico (o autoico?). Gli androcei, si sviluppano su germogli allungati o su corti rami ventro-intercalari o, occasionalmente, su rami laterali-intercalari. Hanno brattee più appressate e sovrapposte (embricate) rispetto alle foglioline vegetative, portanti ognuna un anteridio. Anche i ginecei si sviluppano su germogli allungati o su corti rami ventro-intercalari. Portano 2-3 file di brattee, più grandi delle foglioline vegetative, di cui quelle più interne bi-trilobate con lobi da acuti a strettamente arrotondati, separati da incavi (seni) gibbosi. Bratteole simili alle brattee. Il perianzio, lungamente sporgente oltre gli apici delle foglie pericheziali, è fusiforme, plicato e leggermente trigono superiormente, con la bocca da crenulata-dentata a plurilobata-dentata, a denti minuti, spesso curvi.
Le capsule, lunghe circa 1 mm, sono ovoidi-cilindriche con pareti composte da due strati di cellule epidermiche, con ispessimenti nodulari, lo strato esterno, e semi-anulari quello interno. Le spore, di 11-14 μm di diametro, sono papillose, gli elateri hanno ispessimenti della parete a doppia spirale.
Distribuzione e habitat
C. badia ha un areale di distribuzione che abbraccia tre differenti regioni biogeografiche: la circumantartica (o periantartica), la subantartica e l'antartica marittima.
Nell'areale circumantartico (che comprende in genere le regioni temperate del Sudamerica, la Nuova Zelanda, diverse isole dell'oceano Antartico e dell'Atlantico meridionale, la Tasmania e il sudest dell'Australia), C. badia si ritrova raramente, in termini sia di frequenza che di copertura, in Patagonia (nella Penisola di Brunswick e nell'arcipelago delle isole Falkland), e in Nuova Zelanda, (nell'isola del Sud, a 1615 m sull'Old Man Range (o Kopuway), nel Central Otago District, e nell'isola Campbell).
Nelle regioni biogeografiche subantartica e antartica marittima C. badia è presente nell'isola Heard, negli arcipelaghi delle Sandwich Australi (isole Leskov e Candlemas), della Georgia del Sud, nelle Orcadi Meridionali (isole Lynch, di Matthews, di Signy e Moe) e delle Shetland Meridionali (isole dell'Elefante, di re Giorgio, Nelson e Livingston) e nella Penisola Antartica dove C. badia si ritrova lungo la costa occidentale, dalla costa di Davis, alla costa di Danco e all'isola Anvers fino alle isole Argentine nell'arcipelago Wilhelm al largo della costa di Graham. Qui, nella Corner Island, 0,1 miglia a nord est dell'isola Galindez, è localizzata la più meridionale delle stazioni conosciute di ritrovamento del taxon, a 65°15' di latitudine Sud.
C. badia colonizza esclusivamente i suoli permanentemente umidi quali, in Antartide, le depressioni ai margini degli alvei fluvioglaciali o, in Nuova Zelanda i terreni torbosi lungo aree di infiltrazione.
Tassonomia
L'epatica scoperta nella Georgia del Sud nel 1883, e riconosciuta come specie nuova da C. M. Gottsche, ebbe come prima assegnazione il genere Jungermannia, e come denominazione specifica J. badia.
Qualche anno dopo, degli esemplari simili furono raccolti dal botanico svedese Carl J. Skottsberg durante la Schwedischen Südpolar-Expedition 1901-1903, guidata da Otto Nordenskjöld, con la nave Antarctic, al comando del capitano Carl Anton Larsen. Gli esemplari furono raccolti nella Moltke-Hafen (baia di Moltke), lungo il fianco nord ovest della Royal Bay nella Georgia del Sud, e furono inviati per la determinazione al briologo tedesco Franz Stephani, specialista in epatiche.
Stephani li riconobbe come appartenenti alla stessa specie istituita da Gottsche nel 1890, ma ritenne di trasferire il taxon al genere Lophozia, pubblicando la nuova combinazione Lophozia badia (Gottsche) Steph., 1905, che conservava l'epiteto specifico dell'originaria denominazione binomiale adottata da Gottsche.
Successivamente, in un articolo del 1908, sul Bulletin de l'Herbier Boissier edito a Ginevra da William Barbey, Stephani ritornò sulla sua precedente assegnazione generica e trasferì, correttamente, la specie al genere Cephalozia, ridescrivendola con la nuova combinazione Cephalozia badia (Gottsche) Steph., 1908.
Più recentemente, nel 1972, Riclef Grolle ha proposto di tenere distinti da C. badia, quegli esemplari di epatiche delle isole Sandwich Australi che, pur simili alla specie tipo, se ne differenziano per avere dimensioni minori. Nell'ipotesi di Grolle, queste epatiche avrebbe dovuto avere, come denominazione, C. badia fo. minor Grolle, 1972 rientrando, la diversità di dimensioni, nella categoria tassonomica sottospecifica della forma. Ma, secondo Bednarek-Ochyra et al. (2000), la mancanza nel saggio di Grolle della diagnosi in latino di queste epatiche, faceva di fo. minor un nomem nudum, da ricondurre più opportunamente a sinonimia di C. badia.
Inoltre, sempre secondo Bednarek-Ochyra et al. (2000), le epatiche delle Sandwich Australi sarebbero semplicemente degli ecotipi e, come tali, inidonei ad acquisire un riconoscimento tassonomico formale.
Note
- ^ Cfr. Tropicos, 2024a.
- ^ Cfr. Tropicos, 2024b.
- Cfr. Bednarek-Ochyra et al., 2000, p. 72
- ^ Il primo Anno polare internazionale si svolse, dal 1° agosto 1882 al 1° settembre 1883, su iniziativa del tenente di vascello della Marina Militare austro-ungarica Carl Weyprecht. (cfr. Enrico Mazzoli, Laura De Santis, Mauro Messerotti e Gianguido Salvi, Dai Ghiacci allo Spazio, la storia dell'Ufficiale di Marina Carl Weyprecht e del suo progetto di ricerca scientifica internazionale, in Circolo polare, vol. 3, 1ª ed., Milano, Biblion Edizioni, 2008, pp. 1-314, ISBN 978-88-901444-4-8).
- ^ Köppenberg era il nome originariamente assegnato a una collinetta dell'entroterra, sul fianco nord est della Royal Bay, nella Georgia del Sud. Volle essere un omaggio, da parte dei componenti della spedizione tedesca in Antartide del 1882-83, a Wladimir Peter Köppen, meteorologo e climatologo tedesco. Nel 1952, il South Georgia Survey ritenne che, date le sue piccole dimensioni, la collinetta non richiedesse un nome che fu assegnato, invece, al vicino punto di riferimento di coordinate 54°30′S 36°2′W che segnava il lato nord est dell'ingresso al porto di Moltke. L'omaggio a Köppen fu mantenuto e il punto di riferimento divenne il Köppen Point. Cfr. (EN) Köppen Point, in Geographic Names Information System, USGS.
- Cfr. Gottsche, 1890, p. 452.
- ^ Cfr. Gottsche, 1890, pp. 452-453.
- Cfr. Stephani, 1908, pp. 483-484.
- ^ Cfr. Bednarek-Ochyra et al., 2000.
- ^ Cfr. Engel & Glenny, 2008.
- ^ Cfr. Bednarek-Ochyra et al., 2000, p. 70 e p. 72 e Engel & Glenny, 2008, p. 561.
- ^ Cfr. Colacino, 2005 (2007), p. 81
- Cfr. Engel & Glenny, 2008, p. 562.
- Cfr. Bednarek-Ochyra et al., 2000, p. 70 e Engel & Glenny, 2008, p. 561.
- ^ Cfr. Colacino, 2005 (2007), p. 63, p. 66, p. 67, p. 78, p. 83, p. 84 e p. 90.
- ^ Cfr. Colacino, 2005 (2007), p. 61, p. 67, p. 68, p. 82, p. 87 e p. 90.
- Cfr. Bednarek-Ochyra et al., 2000, p. 70 e Engel & Glenny, 2008, p. 562.
- ^ Cfr. Colacino, 2005 (2007), p. 61, p. 62, p. 64, p. 73, p. 81 e p. 90.
- ^ Cfr. Colacino, 2005 (2007), p. 65 e p. 70.
- ^ Cfr. Jiří Váňa & Niek Gremmen, Hepatics of Heard Island (PDF), in Cryptogamie, Bryologie, vol. 26, n. 1, 2005, pp. 79-90.
- ^ Cfr. Bednarek-Ochyra et al., 2000, p. 72 e Engel & Glenny, 2008, p. 562.
- ^ Istituito da Linneo nel 1753.
- ^ Cfr. Robert K. Headland, Chronological List of Antarctic Expeditions and Related Historical Events, 1ª ed., Cambridge, Cambridge University Press, 1989, pp. 225-227.
- Cfr. Stephani, 1905, p. 8.
- ^ Il genere Lophozia era stato istituito dal botanico belga Barthélemy Charles Joseph Dumortier nel 1835 (cfr. Lophozia (Dumort.) Dumort., su Tropicos.org. Missouri Botanical Garden).
- ^ Tra gli esemplari raccolti da Skottsberg, alcuni di quelli rinvenuti nell'arcipelago delle Shetland Meridionali, frammisti ai Polytrichum spp. di Harmony Cove nell'isola Nelson, furono ritenuti da Stephani una specie distinta e assegnati al genere Cephalozia con l'epiteto specifico cucullifolia. Ma C. cucullifolia Steph, 1905, da nuova specie, sarebbe stata in seguito ridotta, dall'epaticologo tedesco Riclef Grolle, a sinonimo junior di Cephalozia badia e, come tale, successivamente accettato (Cfr. Bednarek-Ochyra et al., 2000, p. 70).
- ^ Cfr. Bednarek-Ochyra et al., 2000, p. 70.
Bibliografia
- Halina Bednarek-Ochyra, Jiří Váňa, Ryszard Ochyra, & Ronald Ian Lewis Smith, The Liverwort Flora of Antarctica (PDF), Kraków, Poland, Polish Academy of Sciences, Institute of Botany & Ryszard Ochyra, 17 ottobre 2000, pp. 1-258, DOI:10.2307/1224537, ISBN 83–85444–74–2.
- Carmine Colacino, Versione italiana annotata del Glossarium Polyglottum Bryologiae, in Delpinoa, vol. 47, Napoli, Orto botanico di Napoli, 2005 [2007], pp. 57-110.
- John J. Engel e David Glenny, A Flora of the Liverworts and Hornworts of New Zealand, collana Flora of New Zealand, vol. 1, St. Louis, Missouri Botanical Garden Press, Giugno 2008, pp. 1-914, LCCN 2007934630.
- Carl Moritz Gottsche, Die Lebermoose Süd-Georgiens, in Georg Balthasar von Neumayer, Die deutschen Expeditionen und ihre Ergebnisse: die Internationale Polarforschung 1882 - 83. Beschreibende Naturwissenschaften in einzelnen Abhandlungen. Die internationale Polarforschung 1882 - 1883, vol. 2, Berlin, A. Asher & Co., 1890, pp. 449-454, tab. I-VIII.
- Franz Stephani, Hepaticae Gesammelt von C. Skottsberg. Während der Schwedischen Südpolarexpedition Bearbeitet von F. Stephani Leipzig, in Otto Nordenskjöld, Wissenschaftliche Ergebnisse der Schwedischen Südpolar-Expedition 1901-1903 unter Leitung von Dr. Otto Nordenskjöld, 4, Botanik, Stockholm, Lithographisches Institut des Generalstabs, 1905, pp. 1-11, DOI:10.5962/bhl.title.6756.
- Franz Stephani, Species Hepaticarum (Suite), in Bulletin de l'Herbier Boissier, VIII (II), n. 7, Genève, Impr. Romet, 1º Luglio 1908, pp. 483-514.
Voci correlate
Flora e fauna antartica
Altri progetti
Collegamenti esterni
- Cephalozia badia (Gottsche) Steph., su Tropicos.org. Missouri Botanical Garden.
- Cephalozia badia (Gottsche) Steph., su Flora of New Zealand Series.
- Cephalozia badia (Gottsche) Steph., su The Register of Antarctic Species (RAS).
- Jungermannia badia Gottsche, su Tropicos.org. Missouri Botanical Garden.
- Lophozia badia (Gottsche) Steph., su Tropicos.org. Missouri Botanical Garden.
- Giuliano Salvai & Giovanni Dose (a cura di), Glossario dei termini botanici, su Acta Plantarum.
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