Louis Henry Sullivan (Boston, 3 settembre 1856 – Chicago, 14 aprile 1924) è stato un architetto statunitense. È stato definito "padre dei grattacieli" e "padre del modernismo". È stato un influente architetto della Scuola di Chicago, un mentore di Frank Lloyd Wright e un'ispirazione per il gruppo di architetti di Chicago che sono diventati noti come Prairie School. Insieme a Wright e Henry Hobson Richardson, Sullivan è uno dei "riconosciuti tre della architettura americana". La frase "la forma segue la funzione" gli viene attribuita, anche se l'idea fu teorizzata da Viollet-Le-Duc che considerava che la struttura e la funzione in architettura dovrebbero essere gli unici determinanti della forma. Nel 1944, Sullivan è stato il secondo architetto a ricevere postumo la medaglia d'oro AIA.
Biografia
Louis Sullivan nacque il 3 settembre 1856 a Boston, nel Massachusetts, da Andrienne List, una donna nativa di Ginevra ed emigrata verso il Nuovo Continente con i genitori e i fratelli Jenny e Jules, e un Patrick Sullivan, di origini irlandesi, e anch'egli insediatosi negli Stati Uniti a partire dagli anni 1840. Entrato al Massachusetts Institute of Technology all'età di sedici anni, presso quest'istituto accademico Sullivan apprese i primi rudimenti dell'architettura, per poi interrompere gli studi ed impiegarsi presso lo studio di , a Filadelfia.
Dopo un anno in cui ebbe modo di sperimentare lo stile gotico "orientalizzato", caro allo stesso Furness, Sullivan abbandonò Philadelphia, funestata da una profonda crisi del settore edile innescata dal Panico del 1873, Sullivan si trasferì a Chicago, ravvivata al contrario da una fervida attività costruttiva conseguente al Grande incendio del 1871. A Chicago Sullivan lavorò nello studio di William LeBaron Jenney, la personalità più emergente della nascente Scuola di Chicago, noto soprattutto per essere stato il primo architetto a servirsi di una struttura portante in acciaio; successivamente si recò a Parigi, dove completò la propria formazione presso l'École des Beaux-Arts, per poi ritornare a Chicago e qui lavorare come disegnatore presso lo studio di Joseph S. Johnston e John Edelman: a questi anni risale il disegno degli interni in fresco secco della Moody Memorial Church.
Nel 1880 Sullivan si mise in società con Dankmar Adler, ingegnere di origine tedesca con già diversi progetti di notevole rilievo, come la First National Bank e la Central Music Hall di Chicago: questa collaborazione segnò per Sullivan l'inizio dei suoi anni più creativi e fecondi. La loro prima opera fu l'Auditorium Building di Chicago del 1889 (dove Adler e Sullivan riservarono l'ultimo piano al loro studio), che il critico italiano Bruno Zevi definì «forse il massimo capolavoro della scuola richardsoniana». Nel 1890, a riconoscimento della fama di cui ormai godeva, Sullivan fu l'unico architetto di Chicago che fu invitato a progettare un intervento per la World's Columbian Exposition: il padiglione che egli eresse - il Transportation Building - fu descritto da un cronista dell'epoca come una «sanguinolenta macchina decorativa che costituisce un'eccezione davvero squillante e in contrasto con il panorama della città bianca». Sempre negli anni 1890, inoltre, Sullivan fornì notevoli prove in una tipologia architettonica come il grattacielo che in quei decenni negli Stati Uniti stava conoscendo un rapido sviluppo, realizzando a St. Louis il Wainwright Building (1890-91) e l'Union Trust Building (1892-93), e a Buffalo il Guaranty Building (1894-1895).
A seguito del Panico del 1893 e della crisi finanziaria che ne conseguì, Sullivan subì un significativo tracollo economico e interruppe la sua collaborazione con Adler. Furono questi anni di declino economico, personale e progettuale, in cui Sullivan - afflitto anche da un crescente alcolismo - vide prosciugarsi anche le committenze. In quest'ultima fase della sua carriera, con la notevole eccezione nel 1899 del Carson, Pirie, Scott and Company Building , opera, «che fa di Sullivan» - sempre come dice Bruno Zevi - «il profeta dell'architettura moderna», egli si ritirò in città rurali di piccole dimensioni, dove fu attivo perlopiù nella realizzazione di piccoli edifici, per lo più sedi di banche: a titolo di esempio, la National Farmers Bank a Owatonna, nel Minnesota, la a Grinnell, nell'Iowa, e la Farmers and Merchants Union Bank a Columbus, nel Wisconsin. Morì, infine, in una stanza di un albergo di Chicago il 14 aprile 1924.
Filosofia progettuale
Louis Sullivan è riconosciuto oggi come uno dei maestri della Scuola di Chicago e dell'architettura moderna, nonché come autore di uno stile fortemente individuale che prelude gli indirizzi sia della moderna architettura razionalista che delle ricerche organiche di Frank Lloyd Wright. Di seguito si riporta una citazione di Manfredo Tafuri:
«La critica ha tradizionalmente collocato l'opera sullivaniana al centro di una ricerca che si dipana da Richardson a Frank Lloyd Wright, e da cui deriverebbero i valori genuini del "pensiero organico": la metropoli intesa come "caos innaturale", cui si contrappone la Natura, fondamento di una neo-jeffersoniana democrazia. Indubbiamente, la straordinaria qualità dell'architettura di Sullivan esorcizza l'indifferenza e l'alienazione dei rapporti metropolitana.»
Parte della filosofia architettonica di Sullivan, infatti, si incentra sulla ricerca di una forma organica, dove con tale termine non viene adombrato un presunto rapporto tra architettura e natura, bensì il concetto di organismo architettonico concepito come un corpo unitario, alla cui definizione concorrono unitariamente le sue diverse parti, tra loro coordinate in un rapporto armonico e bilanciato. A realizzare questa organicità, verso cui tende la maggior parte del lavoro di Sullivan, concorre anche l'ornamento, che Sullivan concepisce in chiave non geometrica, bensì fortemente naturalistica, in coerente sintonia con l'idea che l’edificio moderno deve esprimere. Ciò emerge, ad esempio, nel Rookery Building, il cui apparato decorativo è funzionale a comunicare il senso dell’alleggerimento e della crescita verso l’alto, o ancora nell'Auditorium, a proposito del quale il critico Marco Biraghi ha affermato:
«La modernità dell'Auditorium è tutta contenuta nelle sue soluzioni spaziali e impiantistiche, mentre a un'ornamentazione al tempo stesso fine e intricata, concentrata ed esplosiva, è affidato per intero il suo valore estetico; un'ornamentazione che nulla ha a che vedere con gli stili storici, e che si fonda invece sullo sviluppo organico di motivi vegetali, a loro volta regolati da leggi inorganico-geometriche, simile a quella che qualche anno più tardi faranno proprie le varie correnti dell'Art Nouveau europeo»
In Sullivan la decorazione intreccia una forte dialettica con la funzionalità, opportunamente interpretata, degli edifici. Lo stesso Sullivan è stato l'autore del famoso aforisma «Form Follows Function» [La forma segue la funzione], in cui si stabilisce una relazione quasi deterministica tra la funzione di un edificio e la sua morfologia. La funzione, per Sullivan, assume tuttavia uno spettro di significati particolarmente ampio. «Non è solo un fatto pratico, così come la struttura non è solo un fatto tecnico», scrisse l'architetto, aggiungendo poi: «La forma in questo senso esprime non necessariamente, mostra, svela la vita dell’edificio e le sue caratteristiche». È in quest'ottica, ad esempio, che nel Wainwright Building, uno degli edifici più significativi di Sullivan, il passo dei montanti verticali in facciata è raddoppiato rispetto a quello della struttura interna in acciaio: questa discrepanza tra il congegno strutturale e la soluzione formale, per Sullivan, è funzionale a conferire slancio verticale a un edificio dotato comunque di un numero limitato di piani, stante la funzione simbolica di un edificio alto, che è quella appunto di esprimere anche con la propria forma un tale slancio verticale.
Opere
- (EN) Louis Sullivan, The Autobiography of an Idea, 1924.
- (EN) Louis Sullivan, A System of Architectural Ornament, 1924.
Note
- ^ L'ortografia del secondo nome di Sullivan (Henry o Henri) ha causato confusione. Secondo Robert Twombly, Louis Sullivan – His Life and Work (Elizabeth Sifton Books, New York City, 1986), il suo certificato di nascita recitava Henry Louis Sullivan, anche se veniva chiamato Louis Henry. Sullivan ha contribuito a propagare la confusione riguardo al suo secondo nome anche annunciando, nel suo libro Autobiography of an Idea, scritto alla fine della sua vita, in un momento in cui il fallimento professionale e l'alcol potrebbero aver offuscato il suo giudizio, di essere stato chiamato Louis Henri in onore del nonno Henri List . L'ultima ortografia è stata a sua volta consacrata dai progettisti del suo monumento funebre .
- ^ Kaufman, Mervyn D. (1969). Father of Skyscrapers: A Biography of Louis Sullivan. Boston: Little, Brown and Company.
- ^ Chambers Biographical Dictionary. London: Chambers Harrap, 2007. s.v. "Sullivan, Louis Henry," http://www.credoreference.com/entry/chambbd/sullivan_louis_henry
- ^ Three American Architects: Richardson, Sullivan, and Wright, 1865-1915, Chicago, University of Chicago Press, 1991, xv, ISBN 978-0-226-62071-8.
- ^ Khaled Dewidar, Violet Le Duc theories of Architecture, in ResearchGate, British University in Egypt, 2017, DOI:10.13140/RG.2.2.36647.04006.
- ^ Gold Medal Award Recipients, su aia.org.
- ^ Sullivan, p. 31.
- ^ (EN) Louis Sullivan, su prairiestyles.com.
- Tafuri, Dal Co, p. 60.
- ^ Biraghi, p. 87.
- ^ (EN) J. Abbott, Louis Sullivan, Architectural Modernism, and the Creation of Democratic Space, in The American Sociologist, vol. 31, n. 1, 2000, pp. 62–85, DOI:10.1007/s12108-000-1005-0.
- ^ Biraghi, pp. 84-85.
- ^ (EN) The Tall Office Building Artistically Considered, in Lippincott's Monthly Magazine, vol. 57, marzo 1896.
- ^ Elisabetta Di Stefano, Ornamento e architettura (PDF), Centro Internazionale Studi di Estetica.
Bibliografia
- (EN) Louis Sullivan, The Autobiography of an Idea, Courier Corporation, 2012 [1924].
- Louis Sullivan, Autobiografia di un'idea, a cura di Tiziana Proietti, traduzione di Gaja Monti, Castelvecchi, 2018 [1924].
- Manfredo Tafuri, Francesco Dal Co, Architettura contemporanea, Milano, Electa, 1992, ISBN 88-435-2463-1.
- Marco Biraghi, Storia dell'architettura contemporanea, collana Piccola biblioteca Einaudi, vol. 1, Torino, Einaudi, 2008, ISBN 978-88-06-18697-5.
- (EN) Larry Millett, The curve of the arch: The story of Louis Sullivan's Owatonna Bank, Minnesota Historical Society Press, 1985.
- Louis Sullivan, Prophet of Modern Architecture, New York City, W. W. Norton & Company, ISBN 0393001164.
- Elia, Mario Manieri, Louis Henry Sullivan, Princeton Architectural Press, Princeton NY, 1996
- Kvaran, Einar Einarsson, The Louis Sullivan Pilgrimage, manoscritto mai pubblicato
- Twombly, Robert, Louis Sullivan: His Life and Work, Elizabeth Sifton Books - Viking, New York, 1986
Voci correlate
- Grattacielo
- Movimento Moderno
- Scuola di Chicago (architettura)
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Louis Sullivan
Collegamenti esterni
- Sullivan, Louis Henry, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) H.F. Koeper, Louis Sullivan, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Opere di Louis Sullivan, su MLOL, Horizons Unlimited.
- (EN) Opere di Louis Sullivan, su (Open Library), Internet Archive.
- (EN) Audiolibri di Louis Sullivan, su LibriVox.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 14805742 · ISNI (EN) 0000 0001 2121 5172 · SBN VEAV025752 · ULAN (EN) 500013453 · LCCN (EN) n50010438 · GND (DE) 118757792 · BNE (ES) XX1204343 (data) · BNF (FR) cb121356572 (data) · J9U (EN, HE) 987007463520105171 · NDL (EN, JA) 00458058 · CONOR.SI (SL) 163020899 |
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