In matematica, il limite di una funzione in un punto di accumulazione per il suo dominio esprime la quantità a cui tende il valore assunto dalla funzione all'avvicinarsi del suo argomento a quel punto. Indicando con la funzione e con il punto di accumulazione, il limite viene indicato con:
e si legge limite di per che tende a . In altri termini, significa che quando il valore di si avvicina a (), il valore assunto dalla funzione si avvicina a , cioè . Il valore può essere finito (), infinito (), o non esistere. Il limite rappresenta in un certo senso il comportamento di un oggetto matematico quando una o più variabili del suo dominio tendono ad assumere un determinato valore.
Il concetto di limite di una funzione viene generalizzato da quello di limite di un filtro, mentre un caso particolare è quello di limite di una successione di punti in uno spazio topologico.
Definizione
Siano dati una funzione definita su un sottoinsieme
della retta reale
, e un punto di accumulazione
di
. Un numero reale
è il limite di
per
tendente a
se, fissato arbitrariamente un valore
della distanza fra
e
, si riesce a trovare, in corrispondenza di questo, un valore
della distanza tra
ed
per il quale per tutti gli
, escluso
, che distano da
meno di
, si ha che
disti da
meno di
.
La distanza fra i punti è misurata usando il valore assoluto della differenza: quindi è la distanza fra
e
e
è la distanza fra
e
. I concetti di "fissato arbitrariamente" e "si riesce a trovare" sono espressi formalmente, rispettivamente, con i quantificatori "per ogni" (quantificatore universale) ed "esiste" (quantificatore esistenziale).
La definizione formale metrica di limite stabilisce che è il limite di
per
che tende a
se per ogni numero reale
esiste un altro numero reale positivo
tale che se
allora
, o con formalismo puramente matematico
che è riassunto dalla scrittura:
La definizione topologica, equivalente a quella metrica, usa il concetto di intorno è: è limite se per ogni intorno
di
in
esiste un intorno
di
in
tale che
appartiene a
per ogni
in
. Il punto
non è necessariamente contenuto nel dominio di
. Il punto è comunque escluso nella definizione di limite, poiché il limite deve dipendere soltanto dai valori di
in punti arbitrariamente vicini a
ma non dal valore che
assume in
: per questo motivo si chiede che
sia maggiore di zero.
La definizione di cui sopra è quella maggiormente utilizzata al giorno d'oggi. Tuttavia, nella seconda metà del XX secolo una revisione dei concetti basilari di topologia ha indotto alcuni illustri studiosi a proporre una definizione modificata di limite. Se infatti è più in generale punto di aderenza per l'insieme
, allora si dice che
è limite se per ogni numero reale
esiste
tale che
ogni volta che
. La condizione
viene quindi a mancare. La definizione riformata non modifica i limiti tradizionali come ad esempio la definizione di derivata, ma tratta in modo diverso alcuni casi "patologici". Si osservi che la condizione di aderenza di
a
è condizione necessaria e sufficiente affinché il limite, inteso con la definizione riformata, sia unico. Inoltre, utilizzando questa definizione la continuità diventa un caso particolare di limite a tutti gli effetti: infatti si vede facilmente che
continua in
, punto del suo dominio, equivale a dire che
ammette limite
in
. Vari altri classici risultati assumono una forma più semplificata assumendo la definizione riformata di limite: ad esempio il teorema del passaggio al limite in una funzione composta vale sotto le ipotesi più naturali possibili.
Estensione al caso infinito
La definizione di limite viene normalmente estesa per considerare anche i casi in cui e/o
sono infiniti.
La funzione ha limite
in un punto finito
se per ogni numero reale
esiste un altro numero reale
tale che
per ogni
in
con
, ovvero
che in maniera più sintetica si scrive:
Analogamente si definisce il limite sostituendo
con
.

Per definire il limite per , è ancora necessario che
sia un "punto di accumulazione" per il dominio
: questo si traduce nella richiesta che
contenga valori arbitrariamente grandi, cioè che il suo estremo superiore sia infinito:
In questo caso, un numero finito è limite di
per
se per ogni numero reale
esiste un altro numero reale
tale che
per ogni
in
con
, ovvero
che in maniera più sintetica si scrive:
Analogamente si definisce il limite per , sostituendo
con
.
Resta quindi da esaminare il caso in cui entrambi e
sono infiniti. La funzione
ha limite
per
se per ogni numero reale
esiste un altro numero reale
tale che
per ogni
in
con
, ovvero
che in maniera più sintetica si scrive:
In maniera analoga si definiscono i casi in cui e/o
.
Retta estesa e definizione generale
Tutte queste definizioni possono essere raggruppate elegantemente in una sola proposizione: per questo scopo, è sufficiente estendere la retta reale alla retta reale estesa:
ottenuta aggiungendo due punti e
. La retta reale estesa è un insieme ordinato e uno spazio topologico. Il concetto di intorno si estende quindi alla retta reale estesa: gli intorni di
sono tutti gli insiemi che contengono una semiretta
, per qualche
.
In questo modo, si possono riunire tutte le definizioni precedenti in una sola proposizione, ottenuta sostituendo con
nella definizione che usa gli intorni. Sia quindi
una funzione definita su un insieme
di
, e sia
un punto di accumulazione per
. Un valore
in
è limite di
in
se per ogni intorno
di
in
esiste un intorno
di
in
tale che
appartiene a
per ogni
in
.
Per il teorema di unicità del limite, una funzione può avere un limite (finito o infinito) in oppure nessuno (non può quindi averne più di uno).
Terminologia
Se il limite per di
è 0,
si dice infinitesima o convergente in
. D'altro canto, se
tende a
è detta divergente. Se
è contenuto nel dominio
di
, e se vale:
allora la funzione è continua in . La nozione di continuità è molto importante in matematica: intuitivamente, una funzione continua in
ha il grafico che "non fa salti" intorno al punto, quindi può essere disegnato manualmente senza staccare mai la penna dal foglio: in ogni punto
del suo dominio, la
assume in
il valore del suo limite per
. Altrimenti, la funzione ha in
un punto di discontinuità.
Esempi
Sono qui elencati alcuni esempi.
- La funzione
è continua in
, perché il suo valore
coincide con il valore ottenuto come limite:
- Quanto
diventa molto grande, il valore
diventa arbitrariamente piccolo, e tende quindi a zero:
- Quando
diventa molto grande, il valore
diventa arbitrariamente grande, e tende quindi a
:
- La funzione seno oscilla indefinitamente fra
e
, e quindi non tende a nessun limite preciso per
. Quest'affermazione si dimostra formalmente grazie al primo teorema delle restrizioni: siccome la restrizione del seno ai valori
è costantemente 1 e la restrizione a
è costantemente -1, la funzione seno non può ammettere limite globale. Quindi:
- o più rigorosamente:
Limite destro, sinistro, per eccesso, per difetto
Per avere informazioni più precise è a volte utile utilizzare i concetti di limite destro e limite sinistro, definiti tramite la nozione di intorno destro e sinistro.
Un intorno destro di un punto della retta estesa
è un intervallo del tipo
con
. Analogamente, un intorno sinistro è un intervallo del tipo
. In particolare, gli intorni di
sono tutti destri e quelli di
sono sinistri.
A questo punto, sia con
punto di accumulazione per
. Un valore
della retta estesa è limite destro per
in
se per ogni intorno
di
esiste un intorno destro
di
tale che
appartiene a
per ogni
in
.
Il limite sinistro è definito in modo analogo. I limiti sinistro e destro (se esistono) vengono descritti rispettivamente come:
Vale il risultato seguente: se è un punto di accumulazione sia destro sia sinistro del dominio
, allora esiste il limite di una funzione in
se e solo se esistono limite destro e limite sinistro, e questi due coincidono.
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Ad esempio, la funzione gradino mostrata in figura ha limite sinistro e destro in
, ma questi non coincidono: quindi non ha limite in
:
Le nozioni di limite per difetto e per eccesso vengono definite in modo analogo, sostituendo l'intorno di
con intorni destri e sinistri. I limiti per difetto e per eccesso (se esistono) possono essere indicati con un piccolo abuso di linguaggio nel modo seguente:
Proprietà di base
Limitatezza locale
Per il teorema di limitatezza locale, una funzione che ha limite finito in è limitata in un intorno di
, ovvero esistono un numero
e un intorno
di
tale che
per ogni
del dominio contenuto in
.
D'altra parte, una successione limitata in un intorno di non ha necessariamente limite in
: ad esempio la funzione gradino è ovunque limitata, ma non ha limite in zero.
Permanenza del segno
Per il teorema di permanenza del segno, se una funzione ha limite strettamente positivo in
, allora assume valori strettamente positivi per ogni
sufficientemente vicino a
. In altre parole, esiste un intorno
di
tale che
per ogni
del dominio in
diversa da
.
Analogamente, una funzione che ha limite strettamente negativo ha valori strettamente negativi per tutti gli
sufficientemente vicini a
. Una funzione che ha limite
può assumere vicino a
valori di entrambi i segni (ad esempio la funzione
con
).
Confronto fra funzioni
Siano e
due funzioni definite su un dominio
, con
punto di accumulazione per
. Se
per ogni
del dominio in un intorno
di
, e se entrambe le funzioni hanno limite in
, allora vale:
Questo risultato è ottenuto applicando il teorema di permanenza del segno alla differenza .
Teorema del confronto (o dei carabinieri)
Il teorema del confronto (o dei carabinieri) asserisce che una funzione "stretta fra due successioni" convergenti allo stesso limite converge anch'essa a questo limite. Formalmente, se e
sono tre funzioni definite su un dominio
con punto di accumulazione
, tali che:
per ogni del dominio in un intorno di
, e tali che:
allora anche:
Viene detto "dei carabinieri" perché e
vengono immaginati come i due carabinieri che portano in cella
cioè il criminale, oppure perché si immaginano due carabinieri che cercano di catturare un criminale da due lati opposti, esso tenderà, insieme ai carabinieri (le funzioni esterne), allo stesso punto.
Operazioni con i limiti
Funzioni aventi lo stesso dominio possono essere sommate o moltiplicate. In molti casi è possibile determinare il limite della funzione risultante dai limiti delle singole funzioni.
Siano e
due funzioni con lo stesso dominio
, e
un punto di accumulazione per
. Se esistono i limiti:
allora:
Alcune delle uguaglianze elencate sono estendibili ai casi in cui e/o
sia infinito.
Spazi metrici
Il concetto di limite è generalizzato a ogni funzione fra spazi metrici
e
nel modo seguente. Se
è un punto di
, un valore
di
è limite di
per
se
si avvicina arbitrariamente a
quando
si avvicina a
. Formalmente, se per ogni
esiste
tale che
per ogni
con
. In questo caso si scrive:
Continua a valere il teorema di unicità del limite: una funzione non può tendere a due limiti diversi in un punto.
Spazi topologici
Siano e
due spazi topologici e siano
,
un elemento della chiusura di
in
,
.
Data un'applicazione si dice che
è un limite di
per
in
, e si scrive
se:
è continua in con
dotato della topologia indotta da
e
dotato della topologia
.
Inoltre se punto di accumulazione di
in
e lo spazio
è di Hausdorff allora l'insieme
ha al più un elemento (unicità del limite).
Funzioni reali a più variabili
Lo spazio euclideo è uno spazio metrico, con la metrica euclidea. Quindi la definizione di limite per spazi metrici si applica a qualsiasi funzione:
dove è un qualsiasi sottoinsieme di
.
Funzioni complesse
Una funzione complessa può essere interpretata come funzione:
In questo modo è quindi anche definito il limite per funzioni fra insiemi di numeri complessi.
Note
- ^ Spesso in topologia può essere richiesto che il punto sia solo di aderenza per il dominio della funzione. Questo non cambia nulla per i limiti di funzione rispetto ai punti di accumulazione perché sono un sottoinsieme dei punti di aderenza, né va a influenzare i teoremi sulle proprietà generali dei limiti.
- ^ Ennio De Giorgi, Lezioni di Istituzioni di Matematica 1, Ferrara, De Salvia, 1972.
- ^ Laurent Schwartz, Analyse. Deuxième partie: Topologie générale et analyse fonctionnelle, Paris, Hermann, 1970.
Bibliografia
- Paolo Marcellini e Carlo Sbordone, Elementi di Analisi Matematica Uno. Versione semplificata per i nuovi corsi di laurea, Napoli, Liguori Editore, 2016, ISBN 978-88-20-73383-4.
- Nicola Fusco, Paolo Marcellini e Carlo Sbordone, Elementi di Analisi Matematica Due. Versione semplificata per i nuovi corsi di laurea, Napoli, Liguori Editore, 2001, ISBN 88-207-3137-1.
- (EN) Norman Miller, Limits, Waltham, Blaisdell Publishing Company, 1964.
- (EN) Richard Courant, Differential and integral calculus, 1–2, New York, John Wiley & Sons, 1988, ISBN 978-04-71-60842-4.
- (EN) Karl R. Stromberg, Introduction to classical real analysis, New York, Chelsea Publishing, 2015, ISBN 978-14-70-42544-9.
- (EN) John L. Kelley, General topology, New York, D. van Nostrand Company, 1955. pp. 125; 127
- (EN) Barry Mitchell, Theory of categories, New York, Academic Press, 1965, ISBN 978-00-80-87329-9. pp. 7
- (EN) Jiří Adámek, Theory of mathematical structures, Berlino, Springer, 1983, ISBN 978-90-27-71459-6.
Voci correlate
- Derivata
- Dimostrazioni del limite di una funzione
- Forma indeterminata
- Funzione continua
- Funzione derivabile
- Limite (matematica)
- Limite di funzioni a più variabili
- Limite di una successione
- Limite notevole
Altri progetti
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul limite di una funzione
Collegamenti esterni
- funzione, limite di una, in Enciclopedia della Matematica, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2013.
- (EN) Limite di una funzione, su Encyclopaedia of Mathematics, Springer e European Mathematical Society.
- (EN) Calcolatore online di limiti, su numberempire.com.
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