Carsulae era un'antica città di epoca romana posta in Umbria lungo il ramo occidentale della via Flaminia, tra Narnia (oggi Narni) e Mevania (oggi Bevagna). Si trova nel comune di Terni, a poca distanza da San Gemini.
Carsulae | |
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Cronologia | |
Fondazione | III secolo a.C. (centro romano, anche se probabilmente ci furono insediamenti umbri pre-esistenti) |
Fine | V o VI secolo |
Causa | Forte evento sismico |
Amministrazione | |
Dipendente da | Antica Roma |
Territorio e popolazione | |
Superficie massima | 330000 m² |
Lingua | Latino, umbro |
Localizzazione | |
Stato attuale | ![]() |
Coordinate | 42°38′23.2″N 12°33′25.7″E |
Altitudine | 450 m s.l.m. |
Cartografia | |
Abbandonata a partire dal V o VI secolo, è stata in parte scavata e restaurata da Umberto Ciotti tra 1951 e 1972; sono attualmente in corso nuove indagini archeologiche soprattutto nella zona del Foro.
Storia
I primi insediamenti umbri, silvo-pastorali ed agricoli, sono attestati nelle vicinanze fin dall'età protostorica, soprattutto in altura, anche se nell'area della vera e propria Carsulae non vi sono tracce archeologiche precedenti all'apertura via Flaminia.
Non c'è una data certa riguardo al primo insediamento: la Via Flaminia, tracciata dal censore Gaio Flaminio Nepote a partire dal 221-220 a.C., giocò un ruolo fondamentale nella nascita e nello sviluppo del centro. La via Flaminia attraversa il territorio umbro dividendosi presso Narni in due rami, che poi si riunivano a Foligno: quello orientale passava per Terni e Spoleto, mentre quello occidentale attraversava proprio Carsulae da sud a nord, costituendone quindi il cardo maximus, ancora oggi ben visibile. Presto la strada divenne una via di passaggio non solo per gli eserciti, ma anche per le merci e le persone; le genti che abitavano sulle alture circostanti, alla ricerca di migliori opportunità, vennero attirate dalla presenza della strada e Carsulae cominciò a crescere.
Probabilmente i basoli ora visibili sono risultato di una serie di rifacimenti, anche tardi. L'unica possibile traccia della prima fase si trova nel settore sud, vicino alle terme: si tratta di una serie di muri costruiti in blocchi irregolari murati a secco, forse parte di una struttura che doveva sostenere la strada e permetterle di superare un dislivello o un piccolo corso d’acqua.
La strutturazione come vera e propria città si ebbe in età augustea, quando fu rifatta ed ampliata la piazza del foro, dotandola di una serie di edifici pubblici e templari; venne inoltre costruito il teatro e poco più tardi l'anfiteatro nel settore orientale, la Basilica e la grande porta d'ingresso verso nord, detta arco di san Damiano. Anche le tombe monumentali della necropoli nord, le uniche scavate e restaurate, sembrano datarsi allo stesso periodo.
Dal V-VI secolo d. C. la città venne gradualmente abbandonata, sia a causa della mancanza di mura, che la esponevano a predoni ed incursioni in un periodo in cui il potere centrale stava venendo meno, sia per la perdita di importanza del ramo occidentale della via Flaminia a favore di quello orientale.
Accanto al foro è situata la chiesa dei santi Cosma e Damiano, edificata in epoca tardo antica o medievale reimpiegando in gran parte materiali di precedenti edifici; dalla chiesa prende il nome l'arco di San Damiano, in quanto erano gli unici due edifici che rimasero sempre in vista e riconoscibili dal periodo medievale fino all'età contemporanea.
Scavi
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Alla famiglia Cesi si devono le prime esplorazioni: Federico Cesi , grande appassionato di antichità, fa prendere da Carsulae, possedimento di famiglia, alcuni oggetti destinati ad abbellire la sua dimora di Acquasparta, probabilmente senza fare uno scavo vero e proprio, ma prelevando soltanto oggetti già affioranti. Grazie a questa operazione sono giunte a noi alcune iscrizioni, attualmente conservate a Palazzo Cesi di Acquasparta.
Una vera e propria campagna di scavo fu intrapresa da papa Pio VI nel 1783, ma si interruppe presto per la scarsità dei ritrovamenti (tra cui spicca soltanto un mosaico a tessere bianche e rosse probabilmente proveniente dalle terme), soprattutto in paragone con quanto contemporaneamente si stava trovando ad Otricoli.
L’erudito narnese Giovanni Eroli ci informa della seconda campagna di scavi, nel 1851, ad opera dell’arcivescovo di Spoleto, incoraggiato dal ritrovamento in zona di un busto identificato con Mecenate, ma anche in questo caso gli scarsi risultati dovettero smorzare gli entusiasmi.
Si susseguono fino al primo decennio del XX secolo altri ritrovamenti sporadici (soprattutto sarcofagi, iscrizioni, tombe alla cappuccina e urne), che tuttavia suscitarono l’interesse fra gli studiosi e fecero maturare i tempi per la programmazione di indagini sistematiche, che dovranno attendere il secondo dopoguerra.
È il 1950 l’anno della svolta: si comincia con l’esproprio di 22 ettari di terreno, gli stessi oggi racchiusi dalla recinzione; e il 4 giugno 1951 Umberto Ciotti, allora funzionario della Soprintendenza per l’Etruria Meridionale distaccato presso la sede di Spoleto (diresse poi la Soprintendenza umbra dalla sua nascita nel 1964), inaugura il primo dei diciotto cantieri che si protrarranno fino al 1972, riportando in luce quanto oggi è visibile di Carsulae.
I lavori si concentrarono dapprima nella riscoperta dei principali edifici, e in un secondo momento si dedicarono alla sistemazione e al restauro di quanto scoperto, operazioni ancor più complesse, con esiti talvolta discutibili e discussi, ma indispensabili per garantire la conservazione e la tradizione dei monumenti.
Nel 2006, dopo una pausa trentennale, nell'area delle terme, è stata avviata una campagna di scavi diretta dalla prof.ssa Jane Whitehead dell'Università Statale Valdosta (Georgia U.S.A), con la collaborazione dell'Associazione per la Valorizzazione del Patrimonio Storico San Gemini.
A partire dal 2012, nuovi scavi archeologici in estensione hanno coinvolto dapprima il settore settentrionale della città, poi l'area del foro: sono stati portati in luce alcuni ambienti lungo il lato nord, è stato completato lo scavo del tempio, probabilmente un Capitolium, al centro del lato ovest, e infine una grande domus (oltre 3000 m² di superficie) nel settore sud ovest.
Struttura della città
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- Via Flaminia: attraversa la città di Carsulae da sud a nord, costituendone il cardo maximus, lungo il quale si dispongono quasi tutti gli edifici portati alla luce. Il tratto urbano della strada conserva la pavimentazione originaria in basoli ed era dotato di marciapiedi e di un sistema fognario per il deflusso delle acque.
- Terme: si conserva una serie di ambienti, dei quali il più grande è absidato, con praefurnia e pavimenti a suspensurae.
- Chiesa dei Santi Cosma e Damiano: costruita probabilmente nel VI secolo sui resti di un edificio romano, ancora visibili sul lato sud. La chiesa iniziale era un'aula rettangolare, forse ripartita a tre navate, a cui poi fu aggiunto un abside e un portico utilizzando materiali di reimpiego.
- Basilica: l'aula interna, rettangolare, ha una navata centrale e due navate laterali separate da due file di colonne. L'abside in fondo ospitava la cattedra di un magistrato, usata per arbitrare o giudicare le controversie e amministrare la giustizia.
- Foro: la principale piazza della città, ampliata e regolarizzata in età augustea realizzando una piattaforma sorretta da una struttura voltata, su cui sono stati costruiti due templi gemelli.
- Arco di Traiano o Arco di San Damiano: l'arco segnava l'ingresso settentrionale in città della via Flaminia, nei pressi di un'area funeraria ed era a tre fornici, di cui si conserva solo quello centrale. Venne costruito in opera quadrata di blocchi in calcare, anticamente coperti da un rivestimento in marmo, del quale resta traccia in fori per grappe di fissaggio e nella mancata rifinitura delle superfici.
- Monumenti funerari: il primo è conosciuto come il tumulo; molto decorato di una nobile famiglia, forse la famiglia Furia. Una lapide ora conservata al museo del Palazzo Cesi ad Acquasparta può essere stata presa da questo monumento. Il secondo, meno distinto, si trova nella necropoli di Carsulae.
- Anfiteatro: posizionato in una depressione naturale a est della via Flaminia, fu probabilmente costruito durante la dinastia dei Flavi. Costruito principalmente da strati di blocchi di pietra calcarea e mattoni.
- Teatro: probabilmente costruito al tempo di Augusto, prima della costruzione dell'anfiteatro. La tecnia edilizia usata per la costruzione principale del teatro era l'opus reticulatum.
- Templi gemelli: due templi che sono stati dedicati a due divinità romane sconosciute.
- Edifici Pubblici: utilizzati per scopi sconosciuti, probabilmente ospitavano gli uffici amministrativi per il governo locale, o servivano come palazzi per le famiglie aristocratiche. Ci sono quattro camere sontuosamente decorate con absidi rettangolari, con pareti in marmo e pavimenti in marmo.
- Collegium Iuvenum: scuola per i giovani.
- Due archi quadrifronti di piccole proporzioni: segnavano i limiti foro cittadino sulla via Flaminia. Uno di essi è stato parzialmente ricostruito.
Note
- ^ Area archeologica di Carsulae, su musei.umbria.beniculturali.it. URL consultato il 20 novembre 2024.
- ^ U. Ciotti, "Carsulae", in San Gemini e Carsulae, Roma 1976, p.26 e nota 118; Silvio De Maria, Gli archi onorari di Roma e dell'Italia romana, Roma 1988, pp.237 e seguenti.
- ^ Scheda sul foro di Carsoli, su carsulae.it. URL consultato l'8 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
Bibliografia
- Umberto Ciotti, Carsulae, in San Gemini e Carsulae, Milano-Roma, 1976, pp. 11-80
- Alessia Morigi, Carsulae. Topografia e monumenti, Roma, 1997
- Alessia Morigi, Carsulae. Il museo possibile, in Spoletium, vol. 39, Accademia spoletina, 1998, p. 82.
Voci correlate
- Musei e siti italiani gestiti dalla Direzione generale per le antichità
- San Gemini
- Terni
Altri progetti
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Carsulae
Collegamenti esterni
- Sito ufficiale, su carsulae.site.
- Carsulae, 70 anni di scoperte archeologiche nella città romana sulla via Flaminia, su youtube.com. URL consultato il 19 agosto 2024.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 235923586 · LCCN (EN) sh96006165 · J9U (EN, HE) 987007554059305171 |
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