Con l'espressione "acquisizione del linguaggio", in psicolinguistica e in psicologia dello sviluppo, si intende il processo di apprendimento e crescita che porta il bambino a comprendere e a riprodurre intenzionalmente una lingua naturale, sia essa una lingua materna (L1) o una lingua seconda (L2), e ad interagire verbalmente con altri individui.
Acquisizione della lingua materna
Il processo di acquisizione della lingua materna ha carattere spontaneo e riguarda tanto la competenza passiva (la comprensione) quanto la competenza attiva (la produzione) del bambino.
I principali orientamenti teorici sul tema sono tre:
- il costruttivismo o evoluzionismo di Jean Piaget (, 1926), secondo cui l'acquisizione ha carattere dinamico ed è orientata dall'interazione tra lo sviluppo fisico-cognitivo dell'individuo e il contesto;
- il comportamentismo di Burrhus Skinner (, 1957), secondo cui l'apprendimento è innescato dal contesto e dalla imitazione, attraverso un meccanismo di stimolo e risposta;
- il maturazionalismo o universalismo (che rimonta alle posizioni di Noam Chomsky, espresse tra gli anni sessanta e settanta del Novecento, in polemica con Skinner), secondo cui l'acquisizione linguistica obbedisce ai principi della grammatica universale ed è biologicamente determinata.
Le posizioni di Piaget e Chomsky, pur nella loro diversità, sono di stampo innatista, mentre Skinner ritiene che il linguaggio sia un comportamento acquisito.
Evoluzione del linguaggio
Fin dalla vita intrauterina il bambino è in grado di distinguere diversi suoni, di differenziarli e di memorizzarli; riconosce ad esempio la voce della madre. A livello di produzione pre-linguistica, a 13 giorni muove mani e bocca mentre a 21 è già in grado di modulare il pianto a seconda delle necessità. Nel processo si susseguono diversi stadi:
- Stadio pre-intenzionale: fin dai primissimi giorni il neonato esprime dei suoni senza intento comunicativo; i primi suoni a comparire sono le bilabiali (sviluppate grazie al contatto con il capezzolo) e le vocali. In genere, a partire dai 6 mesi si passa alla lallazione, in cui si esprimono sequenze di vocali e consonanti ben precise con intonazione. La lallazione è molto importante perché è riconosciuto che più è ricca e prolungata la fase della lallazione migliore sarà lo sviluppo delle prime parole.
- Stadio intenzionale: a partire dagli otto mesi il bambino esprime suoni con intento comunicativo. Il bambino attua un comportamento di referenza condivisa, cerca lo sguardo dell'adulto mentre parla o mentre indica qualcosa, utilizza gesti referenziali e, se il messaggio non viene recepito, tende a ripeterlo con più determinazione. Segue un periodo detto di "audimutismo fisiologico" (tra gli 8 e i 10 mesi) in cui il bambino interrompe la produzione verbale. È la fase maggiormente legata alla comprensione di ciò che si ascolta. Tra gli 8 e i 13 mesi la comprensione è più legata al contesto, si effettuano categorizzazioni e generalizzazioni basate sull'etichettamento lessicale.
- Stadio linguistico: a 12 mesi il bambino comincia a produrre le cosiddette "protoparole", che rappresentano il livello più alto dell’acquisizione del linguaggio nel periodo pre-linguistico. Dalle protoparole inizia la vera produzione linguistica. Il bambino è in grado di riprodurre con precisione i suoni linguistici e comincia ad esprimersi con parole bisillabiche, riferendosi anche a situazioni non-contestuali. Va sottolineato che lo sviluppo linguistico è strettamente collegato con lo sviluppo psicomotorio: a 12 mesi, il bambino inizia a produrre a livello motorio gesti comunicativi precursori del linguaggio stesso. Ad esempio, il bambino impara ad indicare la propria pappa oppure indica la palla e questi sono atti comunicativi veri e propri, svolti attraverso i gesti. I gesti referenziali servono a rappresentare un oggetto attraverso un simbolo gestuale. A 12 mesi il bambino comincia ad esprimersi con olofrasi (cioè frasi composte da una sola parola), a 18 utilizza frasi telegrafiche. Il lessico, inizialmente costituito da poche parole come mamma o papà, inizia ad arricchirsi: tra i 12 e i 16 mesi, si registra un decisivo aumento del bagaglio lessicale, con quella che viene definita "esplosione del vocabolario". Non tutti i bambini però passano attraverso questa improvvisa esplosione: ci sono bambini il cui lessico si arricchisce gradualmente nel tempo. Il bambino impara il significato delle parole grazie al contesto nel quale queste parole vengono dette. Tra i 16 e i 24 mesi comincia a distinguere tra nomi e verbi, arriva allo stadio delle 50 parole (le femmine sono più precoci) che gli consente di formare le prime frasi vere e proprie. L’adulto comprende la frase del bambino, grazie al contesto, ai gesti del bambino, al tono e al volume della voce e quindi ha tutti quegli elementi non verbali e paraverbali che fanno da corollario alla singola parole. Generalmente le olofrasi sono costituite da parole che hanno un significato concreto per il bambino, come le parole mamma e papà. A 2 anni impiega frasi più lunghe ma non utilizza bene i connettivi e la sua comunicazione è caratterizzata da ipercorrettismi. L’apprendimento dei verbi è decisamente più lento e generalmente i verbi più usati in questa fase sono legati ad azioni vere e proprie. Oltre all’aspetto sintattico legato alla produzioni di frasi, nei 2 anni si assiste anche allo sviluppo morfologico che consente al bambino di coniugare aggettivi verbi e parole nel modo corretto all’interno di una frase. Intorno ai 2 anni lo sviluppo sintattico e morfologico migliora, e il bambino inizia a produrre le frasi telegrafiche, ossia frasi non più costituite da una sola parola ma da più parole che compongono una frase tranne i cosiddetti connettivi, ossia tutte quelle parole che legano i vari componenti della frase, come gli articoli, le congiunzioni e alcune forme verbali più complicate. Lo sviluppo sintattico si affina sempre di più con il passare dei mesi e intorno ai 3 anni. A 3 anni vengono coniugati correttamente i verbi e fanno la loro comparsa i connettivi. I bambini hanno appreso l'ordine sintattico nella frase e già a quest'età cominciano ad utilizzare il passivo. La capacità articolatoria si evolve fino a 6 anni. Per quanto riguarda lo sviluppo pragmatico e testuale discorsivo, il bambino a 3 anni può cominciare a conversare, a 4 ha una conoscenza base della lingua e a 5 fa pochi errori. A 6 anni è in grado di narrare e conversare mentre a 10 comprende i significati indiretti di un discorso e lo humour.
Note
Bibliografia
- Gian Luigi Beccaria (a cura di), Dizionario di linguistica, Torino, Einaudi, 2004, ISBN 978-88-06-16942-8.
Voci correlate
- Baby talk
- Lallazione
- Ritardo semplice di linguaggio
- Disturbo specifico del linguaggio
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su acquisizione del linguaggio
Collegamenti esterni
- (EN) language acquisition, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Opere riguardanti Acquisizione del linguaggio, su Open Library, Internet Archive.
Controllo di autorità | GND (DE) 4056458-7 |
---|
wikipedia, wiki, libro, libri, biblioteca, articolo, lettura, download, scarica, gratuito, download gratuito, mp3, video, mp4, 3gp, jpg, jpeg, gif, png, immagine, musica, canzone, film, libro, gioco, giochi, mobile, telefono, Android, iOS, Apple, cellulare, Samsung, iPhone, Xiomi, Xiaomi, Redmi, Honor, Oppo, Nokia, Sonya, MI, PC, Web, computer